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I 10 lavoratori che le aziende italiane non trovano. E quelli che non cercano più

strillone-A-Vincenti

dippolito

In Italia, nonostante un tasso di disoccupazione ancora alto, c’è ancora un 28% delle aziende che riscontra difficoltà nel ricercare lavoratori con le giuste competenze. Secondo l’indagine Talent Shortage, arrivata alla sua decima edizione, è finita l’era in cui ad essere richiesti erano ingegneri, laureati in economia e commercio, architetti, avvocati e notai. Quello che oggi le aziende italiane chiedono sono professionisti con competenze tecniche e specifiche di ogni settore.

New entry rispetto allo scorso anno, i macchinisti, che coordinano e regolano i processi produttivi, mentre slittano dal terzo al secondo posto le segretarie, gli assistenti di direzione, gli assistenti amministrativi e il personale di back office. Ritroviamo sul podio anche i tecnici specializzati che operano per il corretto funzionamento delle attrezzature tecniche.

Infografica Italia_TalentShortageSurvey2015
Clicca sull’immagine per vedere i 10 profili professionali richiesti dalle aziende, ma difficili da trovare

 

Propaganda elettorale. Committente il candidato
Propaganda elettorale. Committente il candidato

Nelle prime dieci posizioni compaiono inoltre i medici, tra le motivazioni ci sono il ricambio generazionale dei “medici-primi baby boomer” e il progressivo invecchiamento della popolazione.
Anche l’IT vede crescere i suoi addetti soprattutto per i programmatori delle start-up e per chi si occupa di sviluppare applicazioni per il mobile. Il mondo aziendale, continua invece ad avere bisogno di professioni in ambito commerciale. Il turismo è inoltre un settore in crescita che può offrire diverse opportunità d’impiego soprattutto in ambito alberghiero e nella ristorazione.

gianluca schifone“Dall’indagine si evince come i posti di lavoro maggiormente disponibili sono quelli non facilmente sostituibili dalla tecnologia. – ha commentato Stefano Scabbio – Presidente Area Mediterranea ManpowerGroup – Rispetto al passato, però le competenze richieste dalle aziende stanno diventando sempre più elevate. Per competere sul mercato del lavoro sarà necessario quindi quel giusto mix di conoscenze tecniche (hard skills) e competenze trasversali (soft skills)”.

A livello globale, la maggiore difficoltà nel trovare lavoratori con le giuste competenze viene riscontrata in Giappone dove la quota di aziende che lamentano difficoltà è dell’83%. Tendenza simile si riscontra anche in Perù, Hong Kong, Brasile e Romania dove si registra un tasso di difficoltà superiore al 60%. Le posizioni più difficili da reperire a livello globale sono quelle degli addetti specializzati nelle lavorazioni, soprattutto chef, pasticceri, macellai, meccanici ed elettricisti.

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