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Sosta nel piazzale del municipio: cortesia istituzionale o gesto dell’ombrello?

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“LA VERITÀ È UN’ALTRA 

Tutti pronti a puntare il dito contro gli amministratori comunali che parcheggierebbero come vogliono, senza rispettare le regole!
Ma la verità è che quelle erano le auto della DELEGAZIONE DI SARTEANO in visita al Comune di Oria.
I componenti della delegazione hanno incontrato il Sindaco al Comune, il quale, visto che pioveva a dirotto, come gesto di cortesia ed ospitalità, li ha autorizzati a parcheggiare nel piazzale antistante il Palazzo di Città”.

***

parcheggi-abusivi-municipio-oriaCortesia istituzionale, ospitalità. Dopo la denuncia dello Strillone (vedi immagine a lato) e alcuni civilissimi quesiti posti, in questo modo il sindaco e i suoi hanno giustificato il parcheggio di diverse auto, sabato scorso, nel piazzale del municipio. Cortesia istituzionale, ospitalità e al diavolo il divieto di circolazione e sosta. Causa pioggia, a quanto pare. La reazione alla spiegazione fornita dall’amministrazione, secondo alcuni suoi autorevoli esponenti e supporter, avrebbe dovuto essere costernata e di scuse, del tipo: «Ah, se c’era la delegazione… Ci cospargiamo il capo di cenere e, anzi, vi diciamo anche bravi». E, invece, no, non può essere così per tutta una serie di motivi semplicissimi.

Primo: il parcheggio alle spalle del palazzo di città non è poi così scomodo. Dista pochi metri dalla scalinata che immette sotto il porticato che s’immagina costruito proprio per riparare dagli eventi atmosferici. Imboccati i gradini, ci si dirige a destra e, nel caso di acquazzone o sole cocente, si raggiunge molto tranquillamente – senza beccarsi né una goccia d’acqua né un raggio ultravioletto – l’ala in cui è situata, tra le altre, la stanza del sindaco.

Secondo: essere ospitali non significa infrangere le regole. Se quel divieto c’è, c’è e si rispetta. Lo si rispetta tutti, altrimenti più che di ospitalità si tratta di un gesto dell’ombrello nei confronti di chi – con o senza ospiti al seguito – è quotidianamete ligio alle norme. Oppure, giacché – al di là delle panzane – accade spesso che in quel piazzale vi siano auto parcheggiate, quel divieto lo si elimina così come lo si è introdotto. E, allora sì, le critiche cui qualcuno è evidentemente allergico, non avranno più ragione d’esistere.

Terzo: eccezion fatta per la claque – pronta ad accettare e persino osannare tutto e di tutto – ai più non sarà sfuggito che le auto presenti al mattino di sabato in quel piazzale erano principalmente auto di gente del posto (e amministratori). Delle due l’una: o i proprietari di quei veicoli hanno fatto da ciceroni e autisti agli ospiti della delegazione oppure, più semplicemente, si ha la pretesa di mentire sapendo di farlo ovvero, che è peggio, di essere creduti anche quando si offende palesemente l’altrui intelligenza. A Oria c’è chi tifa e c’è chi “lecca”, ma per fortuna questi personaggi – beati loro! – non sono soli al mondo.

Quarto: ospitalità, secondo comune buonsenso, sarebbe anche – probabilmente soprattutto – accogliere chi viene da fuori in una città pulita e ordinata, dove tutti o la maggior parte (a partire da chi quella città, tifosi e no, rappresenta nelle istituzioni) rispettano le minime regole di civile convivenza e non cercano arzigogoli di sorta – e il riferimento non è, ovviamente, solo a questo caso specifico – per giustificarne l’infrazione. A meno che non si speri che i visitatori restino ammaliati solo e soltanto da un atto di presunta ed estemporanea galanteria. Cortesia istituzionale o gesto dell’ombrello?

E.Z. 

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