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L’incredibile storia di Isabella: «Mi è apparsa la Madonna dei Grani e mi ha chiesto aiuto»

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Isabella e suo marito nel corso di un incontro con i ragazzi di Fare Verde
Isabella e suo marito nel corso di un incontro con i ragazzi di Fare Verde

Apparizione, suggestione o persino miracolo? Ognuno catalogherà questa storia secondo la propria fede o le proprie convinzioni. Per comprenderla appieno, però, sarà necessario per un attimo mettere da parte la razionalità, perché la logica nella storia di Isabella S. (ha chiesto che la sua privacy sia rispettata anche nelle foto) può spiegare ben poco.

Lei è una dolce signora sulla sessantina: la voce sottile, il sorriso stampato sulle labbra. Durante un caffè insieme, riesce a passare dai racconti sui negozi dei Navigli al clima mistico che si respira a Medjugorje, con una semplicità che sorprende e che rende bene l’idea del suo modo di essere. Isabella è nata a Francavilla e qui è vissuta fino a quando, giovane sposa 24enne, decise con suo marito di trasferirsi a Milano, in cerca di lavoro, di fortuna, e un di po’ di libertà. Da allora Milano è diventata la sua città d’elezione, la preferita perché quella in cui si sente più completa: la sua vita trascorre serenamente tra figli, amici e tanta preghiera, in una fede profonda che è la costante delle sue giornate.

Francavilla diventa sempre più un puntino lontano nella memoria, troppo piccolo e troppo stretto per poterci tornare più di una volta all’anno, durante le vacanze. Eppure, anche in quei periodi di ferie, Isabella prova a darsi da fare nel suo paese d’origine: organizza incontri di preghiera per il mese di maggio, dona una croce blu come quella di Medjugorje alla sua contrada, ascolta e consola i bisognosi.

Da qui comincia il suo racconto più incredibile: «Quest’anno avevo deciso di non tornare. Avevo voglia di stare a Milano, di godermi l’autunno sui miei Navigli. Mio marito sarebbe sceso, perché lui desidera spesso tornare, ma io avevo pensato di non raggiungerlo affatto. Invece… “Lei” aveva altri piani per me!», sorride.

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La chiesetta rupestre della Madonna dei Grani

Isabella è felice di raccontare il suo miracoloso incontro, perché, dice, «la verità è vita». La sua verità prende forma una mattina di metà settembre: l’aria fuori è frizzantina, i raggi del sole filtrano appena dalle finestre. È ancora a letto, in uno stato che definisce di “dormiveglia”, in cui è possibile sognare percependo però coscientemente ciò che accade. Poi, una voce. «Figlia mia, vieni a salvarmi! Sono sola, abbandonata in campagna. Un tempo ero onorata e venerata, ma l’uomo è cattivo e dimentica in fretta. Vieni, salvami!». È sconvolta: chi ha parlato? Le palpebre sono troppo pesanti, svegliarsi sembra impossibile. Il lamento continua: «Figlia mia, vieni a salvarmi!». Il cuore inizia a placarsi, la voce è soave, una serenità la avvolge: «Chi sei?»

«Sono la Madonna dei Grani»

Finalmente, pensa Isabella, era da tanto che la cercava. Le risponde, serena: «Madre, io vengo, ma come farò a trovarti? Non so dove tu sia…»

«Vieni. Ti guiderò io».

Isabella capisce, e il cerchio si chiude: anche questa volta, contro ogni suo desiderio o aspettativa, dovrà scendere in Puglia.

Lei della Madonna dei Grani sa poco: aveva sentito parlare di sfuggita di una chiesetta antica immersa nella campagna tra Francavilla e Villa Castelli, solo in un secondo momento ha appreso che alcuni ragazzi avevano lanciato una raccolta firme nell’ambito dei “Luoghi del cuore” Fai. Senza pensarci troppo, si è imbattuta in un link sul Web per apporre online la sua firma, ma non ci era riuscita. Un vero peccato: perché non aiutare un piccolo tesoro religioso, se si trattava solo di una firma? Aveva così cercato di risolvere l’inconveniente tecnologico chiedendo aiuto ai suoi amici milanesi, e nel frattempo aveva raccolto informazioni sulla storia della chiesetta dai suoi amici francavillesi. Ma tutto si era concluso con un nulla di fatto: nessuno aveva idea di dove fosse questa Madonna, né di come firmare senza dover passare dal browser inceppato su Internet.

«E così è venuta lei a cercarmi», spiega. Il passo successivo è stato quello di fare le valigie, e anche con urgenza: la Madonna dei Grani la voleva a Francavilla.

Quando Isabella “scende”, non sa ancora con esattezza che cosa la attende. La Madonna le ha parlato della chiesa, e le ha dato istruzioni precise sul da farsi una volta arrivata al suo cospetto, menzionandole per la prima volta una sorgente miracolosa che scorre poco distante. Ma a parte questo non sa altro: la mattina del 24 settembre, messi i piedi sul territorio pugliese, inizia la sua disperata ricerca di informazioni. Nessuno conosce la chiesa, nessuno la può aiutare se non dandole delle mezze indicazioni stradali. Lei e il marito si mettono in viaggio e giungono nella zona indicata. Ciò che accade in quelle ore è un secondo prodigio, secondo quanto racconta: riusciti a recuperare l’acqua della sorgente, aiutati da un residente e pur tra tante difficoltà, si rimettono in cammino vero la chiesa, ancora distante e nascosta. E proprio quando, ormai perduto il senso dell’orientamento e le forze, stanno per tornare indietro, ecco comparire un uomo. Isabella giura di non averlo mai visto prima: «Ci ha chiesto cosa cercassimo, e io gli ho risposto quasi distrattamente che eravamo lì per la chiesa. Neppure avevo finito di parlare che già ci stava indicando la strada: eravamo letteralmente a due passi. Fin qui non c’è niente di strano, era solo stato gentile: ma quando l’ho ringraziato lui mi ha risposto: “Signora, mi ha mandato la Madonna”. Inutile dire che sono raggelata. Nessuno l’ha visto a parte noi e io, giuro, non ho idea di chi fosse».

Il rituale che la Madonna le aveva chiesto nel sogno di compiere viene completato: Isabella disegna una croce sul portone con l’acqua sorgiva e poi fa lo stesso sulla fronte del suo sposo. Non appena varca quella soglia tutto le si fa chiaro: quella chiesa distrutta, abbandonata, degradata, in rovina deve essere salvata. Si impegna nei giorni successivi tra pulizie e preghiere all’interno di quelle mura che sente già sue, ma capisce che non basta. Così, si rimbocca le maniche e scende in campo: l’unico modo per recuperare davvero quella storia e quella sorgente miracolosa è raccogliere le firme in favore della chiesa. Si mette in contatto col nucleo francavillese di Fare Verde, con quei ragazzi che per mesi si sono impegnati con passione a perorare questa causa, in parallelo a lei. Assicura la sua costanza nella raccolta firme, coinvolge conoscenti, amici, parenti, finalmente forte del suo appartenere a due realtà tanto diverse ma così fondamentali ora: Milano e Francavilla corrono insieme in questo passaparola di sensibilizzazione e di adesioni.

L’altro giorno la corsa (quella della raccolta firme) è giunta al termine, e non resta che aspettarne l’esito. Isabella, con la sua storia, ha riaperto un mondo che per troppo tempo avevamo dimenticato: quello del mistero che ancora avvolge la Madonna dei Grani.

Che, sembra, sia ritornata a far parlare di sé.

Ilaria Altavilla

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