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Il patto Pd-Fi che scontenta la “base” degli uni e degli altri: musi lunghi bipartisan

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Sarà anche stato dettato dalle migliori intenzioni e dai più nobili propositi – almeno stando a quanto assicurato dai suoi sottoscrittori – ma il patto trasversale siglato da Partito democratico, Forza Italia, Area popolare/Ncd, Unione di centro e Partito socialista italiano per il rinnovo del Consiglio provinciale di Brindisi, in programma il prossimo 8 gennaio, continua a far discutere molti e a far storcere il naso a più di qualcuno. Non si parla soltanto dei “duri e puri” fuori dai principali partiti Pd e Fi, ma soprattutto della cosiddetta “base” democratica e forzista, che a ben guardare poi tanto basica non è, giacché si apprende che dell’accordo non erano stati prima informati neppure tutti i massimi esponenti delle forze politiche in seno ai Consigli comunali, per intendersi: non tutti i capigruppo e i dirigenti di partito erano a conoscenza di un’operazione emersa a sorpresa due giorni prima del termine ultimo per la presentazione delle liste.

C’è scontento bipartisan, anch’esso trasversale, insomma, tra i soldati semplici e addirittura tra coloro i quali tra 20 giorni dovranno esprimere una preferenza per un loro collega. Sì, perché – dopo la riforma Delrio di ridimensionamento delle Province – ogni due anni i consiglieri comunali votano tra se stessi per eleggere i 12 colleghi che affiancheranno il presidente nel Consiglio provinciale (Maurizio Bruno, eletto nel 2014, per un altro biennio). Il risultato è che, alla fine, le urne potrebbero riservare delle sorprese e che i programmi ipotizzati dai leader dei soggetti che hanno dato vita al “listone” potrebbero saltare o persino essere stravolti. Nel senso che ciascun consigliere deluso potrà decidere di votare secondo coscienza e, si sa, quando si segue la coscienza non sempre i conti tornano.

È un dato di fatto: le migliori intenzioni e i più nobili propositi di cui sopra non sono stati sufficienti a sbarrare il passo alle polemiche e all’ideologia. C’è chi avrebbe voluto essere almeno informato anzitempo di questa scelta di “responsabilità” – per come è stata presentata dalle segreterie – e chi, invece, “io a braccetto con Pd/Fi/Ncd/Udc/Psi mai”.

Dall’altro lato, intanto, gongolano. La lista “Terra di Brindisi”, animata e formata dallo zoccolo duro dei Conservatori e Riformisti e dai Noi Centro, col supporto di Fratelli d’Italia, si presenta come quella anti-inciucio e, per ora, sembra avere meno problemi in quanto a rispetto dei programmi e dei conti fatti.

Conclusione. La campagna elettorale per un ente inutile – con ancora qualche competenza, ma senza risorse e i cui amministratori non sono né indennizzati né rimborsati – non avrebbe proprio dovuto esserci e, invece, non solo ci sarà – anzi c’è già – ma si sta dimostrando molto più dura di alcune del passato, quando erano ancora gli elettori-rappresentati a scegliere i propri eletti-rappresentanti.

E.Z.

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