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Autovelox a Oria: i carabinieri fanno visita ai vigili. Ragioni di cassa o di sicurezza?

L'autovelox della polizia locale di Oria
L’autovelox della polizia locale di Oria

L’autovelox della polizia locale di Oria continua a far discutere. In seguito alle quotidiane, numerosissime segnalazioni da parte dei cittadini, anche i carabinieri – dopo la polizia stradale – si sono occupati del caso e ieri mattina (giovedì 6 luglio 2017) hanno fatto visita agli agenti appostati lungo la superstrada Taranto-Brindisi nel tratto di loro competenza. I militari dell’Arma, coordinati dal luogotenente Roberto Borrello, non hanno riscontrato profili d’illegittimità: la postazione della Municipale non era stata allestita – contrariamente a quanto sostenuto da alcuni – né nella corsia di accelerazione (uscita dalla statale 7 e accesso alla strada Sant’Andrea) né in quella di decelerazione (uscita dalla strada Sant’Andrea e accesso alla statale 7); il rilevatore elettronico era sufficientemente segnalato in quanto, prima del tratto interessato, esiste un cartello fisso lungo la statale; inoltre, in prossimità dell’apparecchio c’era il cartello mobile del Comune; lo strumento non creava intralcio alla regolare circolazione dei veicoli (era stato collocato tra il guardrail destro e la linea continua di delimitazione della carreggiata). Unico profilo per così dire anomalo, la fermata (quattro indicatori lampeggianti) della Fiat Panda di servizio lungo la complanare, dove normalmente non è consentita la sosta. Insomma, dal sopralluogo dei militari dell’Arma non è emerso un granché, sebbene i poliziotti locali siano stati invitati a rispettare pedissequamente le indicazioni di legge.

Al di là di questo e ferme restando le legittime recriminazioni degli utenti nei ricorsi – spesso accolti – al prefetto o al Giudice di pace, è altrettanto legittimo porre alcune questioni e muovere qualche critica costruttiva perché forse origina principalmente da ragioni di opportunità e buonsenso il malcontento dei conducenti, soprattutto di coloro che risiedono a Oria.

È necessario, a questo proposito, una premessa: il comando della polizia locale è sotto organico, potendo contare soltanto sul comandante e cinque unità. E questo è, in fondo, il primo punto. Se si dispone soltanto di sei unità – cinque quando il comandante è a Taranto e non a Oria – due le si impiega per l’autovelox lungo la superstrada e almeno una (ma anche due) deve presidiare l’ufficio, chi si occupa delle questioni interne al centro abitato come, soltanto per fare degli esempi, sosta selvaggia e occupazioni abusive di suolo pubblico? Chi si occupa di rilevare gli incidenti, delle notifiche?

Un paio di anni fa, con l’arrivo del nuovo dirigente, è stato acquistato quel potente e moderno autovelox, che dunque va utilizzato anche per ammortizzarne il costo (dal quale si dovrebbe, peraltro, già essere abbondantemente rientrati). Ma davvero quel tratto stradale è il più pericoloso di tutti? Sarebbe interessante poter consultare una statistica, ma a memoria d’uomo (e facendo gli scongiuri del caso) non si ricordano incidenti di una certa importanza lungo quei 400 metri rettilinei.

Velocità elevate e sinistri, anche gravi, si registrano, tanto per portare degli esempi, lungo la circonvallazione, la strada comunale per San Cosimo alla Macchia, la provinciale per Torre Santa Susanna, la provinciale per Manduria, la strada per Latiano…

Ecco, è per questo che forse – a prescindere dai profili di legittimità – sorge il sospetto che perseverare con le rilevazioni solo ed esclusivamente lungo la statale, dove ovviamente si pigia di più sull’acceleratore e si superano più facilmente i limiti, serva più a fare cassa che a garantire la sicurezza della circolazione.

Ciò, mentre a diversi chilometri di distanza non c’è un mondo perfetto, in cui cioè tutti procedono a passo d’uomo e rispettano le regole grazie anche alla costante presenza dei tutori locali dell’ordine e della legalità.

Dietro l’autovelox, insomma, se tutto va bene – turnazione permettendo – restano due soli agenti e una città che reclama attenzione. Un’attenzione di cui non dispone a sufficienza anche a causa di quell’odiata (a torto o a ragione) macchinetta.

Eliseo Zanzarelli

 

 




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