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Conteggi Tari errati, e ora molti Comuni dovranno rimborsare i contribuenti

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Diversi Comuni italiani, tra i quali figurano anche quelli di Oria e Cellino San Marco (clicca qui per leggere il documento dell’opposizione), negli ultimi cinque anni potrebbero aver sbagliato i conteggi della Tari (tassa sui rifiuti) e dovranno quindi restituire ai contribuenti la parte in eccesso da essi pagata. L’irregolarità, piuttosto diffusa, è emersa nel corso di un question time alla Camera, dove il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, nel rispondere a un’interrogazione parlamentare presentata dal deputato pugliese Giuseppe L’Abbate (M5S) ha spiegato come, spesso e volentieri, gli enti locali abbiano introitato più del dovuto. Ciò, magari in buona fede grazie a un trucchetto a discapito delle famiglie. In sostanza, gli Uffici tributi hanno ecceduto nell’applicare la quota variabile della tassa nel caso di immobili con pertinenze (come box auto e cantine): dopo aver calcolato la quota fissa (correlata alla superficie e al numero dei componenti del nucleo familiare) per ciascuna parte dell’immobile (parte abitativa, box auto e cantina) hanno poi calcolato non una singola volta, ma tante volte quante erano le pertinenze la quota variabile (correlata solo al numero degli occupanti). Ciò ha comportato Tari “gonfiate” anche fino al doppio e, dunque, pagamenti ingiustamente esosi per i cittadini.

L’esempio oggetto di discussione a Montecitorio è stato questo: per un appartamento occupato da una famiglia di quattro persone, con superficie complessiva di 150 mq. (100 di casa, 30 di garage e 20 di cantina) la parte variabile della tariffa relativa ad autorimessa e cantina “va computata solo una volta, considerando l’intera superficie dell’utenza composta sia dalla parte abitativa che dalle pertinenze site nello stesso comune”. Pertanto l’importo da versare si otterrà sommando: tutte le quote fisse rispettivamente di casa, garage e cantina, a cui si aggiungerà una, e solo una volta, l’importo della quota variabile.

«Stiamo preparando un modulo – fanno sapere dall’Associazione difesa consumatori (Asdico) di Oria – per chiedere al Comune il rimborso di quanto indebitamente pagato o la compensazione sulla bolletta dell’anno prossimo e abbiamo cinque anni di tempo dal versamento per chiedere il rimborso, che il Comune deve effettuare entro 180 giorni dalla presentazione dell’istanza. Ovviamente l’eventuale riscontro negativo ovvero il silenzio-rifiuto espone l’ente ad un contenzioso assolutamente controproducente, alla luce della stessa interpretazione ministeriale. Chi è interessato puo contattarci tramite messaggi privati o alla nostra  e-mail asdico.oria@gmail.com».

Per approfondire la questione, si consiglia anche la lettura di questo articolo del Sole 24 Ore e quest’altro di Republica.it.

 

 

 

 

 

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