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Nuove Imprese, Camera di Commercio: Oria cresce più di tutti – I dati provinciali e per comune

tasso crescita imprese
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La provincia di Brindisi cresce: nel secondo trimestre 2017, il saldo tra nuove imprese (625) e cessazioni (361) ha fatto registrare un segno positivo (+264) e un tasso dello 0,73%, più basso di quello pugliese ((0,79 %) ma più alto della media nazionale (0,59%). Il numero delle imprese registrate, nello stesso periodo di riferimento, è anche aumentato rispetto al 2016: 36.501 contro 36.223. I dati sono quelli della Camera di Commercio di Brindisi, quindi hanno il crisma dell’ufficialità. I settori più in salute paiono il “comparto agricolo” (+30 unità, o,4%) “alloggio e ristorazione” (+ 26 unità, 1%) e “costruzioni” (+24 unità, 0,5%). Negativi, invece, manifatturiero (-10 unità, -0,4%) e commercio (-9 unità, -0,1%).

Il maggior numero di imprese registrate e attive si ha a Brindisi (6.603/5.192), cui seguono Fasano (4.155/3.762) e Ostuni (3.781/3.182).

«Sul fronte della crescita – analizza la Camera di Commercio – il panorama dei comuni mostra tassi generalmente positivi mentre, in termini assoluti, il comune di Brindisi assesta il saldo positivo più elevato (+55 imprese) seguito dal comune di Ostuni (+35) e dal comune di Fasano (+23).

Oria
Oria

Nel dettaglio dei singoli comuni non mancano, però, le sorprese. Oria, col suo tasso di crescita superiore a tutti gli altri (1,47%), si presenta come una sorta di piccola insospettabile “locomotiva”: nel borgo federiciano, sempre con riferimento al secondo trimestre 2017, sono state 26 le nuove iscrizioni e soltanto 8 le cessazioni d’impresa. Il secondo posto spetta a San Donaci (1,43%) e il terzo a Erchie (1,35%). Sopra l’1% anche Cellino San Marco (1,22%) e Carovigno (1,21%). Lo “zero virgola” caratterizza, invece, tutti i restanti comuni (dallo 0,99% di Villa Castelli allo zero tondo di Torchiarolo). Il capoluogo Brindisi si ferma a 0,84%, mentre Francavilla Fontana è quartultima in questa speciale graduatoria col suo 0,33% (3.370 imprese registrate; 2.928 imprese attive; 52 nuove iscrizioni, 41 cessazioni).

Più in generale, in Puglia, la provincia di Brindisi col suo 0,73% si classifica al quarto posto, dietro Lecce (0,96%), Foggia (0,92), Taranto (0,89) e prima di Bari (0,63) – [Nei dati della Camera di Commercio non è presente la Bat].

In Italia, il tasso di crescita brindisino si classifica al 18° posto a braccetto con Potenza (0,73), poco sotto Aosta (0,74%). La graduatoria è guidata da Lecce a pari merito con Trapani (0,96) seguiti da Foggia (0,92), Agrigento (0,90), Taranto (0,89), Avellino (0,85), Messina (0,85), Grosseto (0,83), Nuoro (0,81), Ragusa (0,80), Catania (0,80), Matera (0,77), Napoli (0,76), Crotone (0,76), Vibo Valentia (0,76), Isernia (0,75).

Segno più, nel Brindisino, anche per l’artigianato. «Al 30 giugno 2017 – scrivono dalla Camera di Commercio – risultano iscritte all’Albo delle imprese artigiane di Brindisi 6.996 imprese (su un totale di 36.501) paria circa il 19% del tessuto imprenditoriale locale. L’analisi dei dati attesta segnali di ripresa anche per l’universo artigiano, con il comparto pugliese che chiude il periodo di osservazione con un incremento di 268 unità (tasso di crescita dello 0,39%). In lieve rialzo anche le dinamiche imprenditoriali brindisine: il saldo complessivo si colloca a +14 unità, determinato da 117 nuove iscrizioni a fronte di 103 cessazioni (al netto delle cessate d’ufficio) e un relativo tasso di crescita dello 0,20%. Sul fronte nazionale il bilancio tra imprese nate e cessate si traduce con un tasso di crescita pari a +0,24%.

Calano, poi, i fallimenti. Tra aprile e giugno 2017, sono fallite 7 imprese contro le 19 dello stesso periodo del 2016. In percentuale, la frenata dei fallimenti è stata pari al -63% (lo scorso anno si era registrato un +19% rispetto al 2015.

Le imprese giovanili, femminili e straniere.

La mappa dell’imprenditoria giovanile conta, a fine giugno 2017, nella provincia di Brindisi complessivamente 4.002 imprese, di cui 3.502 attive. I dati evidenziano 206 nuove iscrizioni a fronte di 74 cessazioni (saldo: +132 unità, tasso di crescita: +3,20%).

«Un profilo imprenditoriale che negli ultimi anni ha assunto un notevole spessore all’interno del tessuto economico-produttivo – sottolineano gli analisti della Camera di Commercio – è senza dubbio quello delle aziende femminili, ossia tutte le imprese con titolare una donna o in cui la percentuale di partecipazione femminile tra soci o amministratori è superiore al 50%. Per quanto concerne la nostra provincia, le imprese “in rosa” attive sono 7.374 e assestano, nel periodo in esame, un saldo demografico di 98 unità, pari a una crescita dell’1,18%. La presenza delle imprese femminili sul totale delle imprese attive è abbastanza significativa (23,4%)».

I dati relativi alle aziende straniere hanno fatto registrare, in termini assoluti, 39 iscrizioni a fronte di 29 cessazioni non d’ufficio, generando un saldo pari a +10 e un tasso di crescita dello 0,69%. Le imprese straniere “pesano” sul totale il 4,3%.

El. Zanz.

 

 

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