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I beneficiari del reddito di dignità sul piede di guerra: a secco per cinque mesi, minacciano proteste plateali

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Di chi sia la colpa – se del Comune, dell’Ambito o della Regione – non si riesce ancora a capire con certezza. Ciò che è certo, purtroppo, è che i beneficiari francavillesi del cosiddetto ReD (reddito di dignità) da giugno a ottobre non hanno percepito il becco di un quattrino, e oggi sono sull’orlo di una crisi di nervi, minacciando d’inscenare proteste plateali. Il Comune di Francavilla Fontana scarica la patata bollente sull’Ambito sociale Brindisi 3, che a sua volta si smarca e li rimanda alla Regione. Sta di fatto che questa gente – destinata a lavori di pubblica utilità (tirocini) della durata di 18 ore settimanali per un anno – già in difficoltà, e non a caso avente diritto al sussidio, ha continuato a lavorare, ma non si è vista riconoscere l’intero corrispettivo pattuito. Si tratta di poche centinaia di euro mensili pensate, appunto, per aiutare le famiglie degli aventi diritto a condurre un’esistenza più libera e dignitosa. Solo che poi ci si è messa di mezzo la burocrazia e sono cominciati i problemi. All’origine dell’intoppo, infatti, ci sarebbe un ritardo – per colpa di chi? – nella sottoscrizione del cosiddetto “patto d’inclusione”: un contratto, tra l’ente e il cittadino, che rappresenta il titolo per l’erogazione dei fondi ogni due mesi. L’idea è semplice: tu fai qualcosa di utile per la collettività e, in cambio, ricevi un rimborso per il tempo messo a disposizione di tutti. Così, c’è chi disciplina il traffico all’uscita dei bambini dalle scuole primarie e dell’infanzia (anche se divisa, pettorine e palette non sono mai arrivate), chi fa il guardiano nella villa comunale, ecc.

red reddito di dignita traffico macchine scuole 1Se da novembre in poi sembrano non esserci stati problemi nella corresponsione del contributo, di problemi ce ne sono – eccome – da giugno a ottobre, cinque mesi nei quali tutti i titolari del ReD sono rimasti a secco: qualcuno, con moglie e figli a carico (e ovviamente senza altra occupazione) attende migliaia di euro a causa – pare – della tardiva sottoscrizione del “patto d’inclusione”: il 31 ottobre anziché il 31 maggio 2017. In altri comuni le cose sono andate diversamente e non si registrano disservizi, ma nella Città degli Imperiali qualcosa di sicuro è successo.

«Non siamo ancora riusciti a capire chi abbia sbagliato e perché nonostante le nostre numerose visite negli uffici dei Servizi sociali – fanno sapere i lavoratori – ma crediamo che questa situazione debba essere in qualche modo risolta: il ReD serviva a darci una mano, non certo a sfruttarci gratis. Non c’interessa di chi sia la colpa – concludono – noi vogliamo soltanto ciò che ci spetta, niente in meno e niente in più». Se la situazione non si sbloccherà a stretto giro, minacciano di lasciare i servizi e di protestare davanti alle sedi delle istituzioni interessate.

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