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Il governatore Emiliano da “La Piazza” di Ceglie: «Mi ricandido alla Regione, primarie già a novembre»

Michele Emiliano intervistato da Angelo Perrino

“Mi ricandido alla Regione. E primarie già a novembre”. Il presidente Emiliano a “La Piazza…”.

Il governatore della Puglia: “Il Pd? Il mio principale avversario”. “Non mi presenterò alle europee”. E sul suo partito: “Sia una federazione di liste civiche”.

Ti presenterai alle elezioni europee?

“Assolutamente no. Anzi, mi ricandiderò alla presidenza della Regione Puglia. E lo faccio ben sapendo che i miei avversari del Pd stanno ripescando una vecchia candidatura dal passato pur di farmi perdere contro Lega o i 5 Stelle. Io sono pronto. Facciamo e facciamole subito, a novembre, perché non è che possono tenermi così a bagnomaria”.

Con queste il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, intervenuto a ‘La Piazza’ – la tre giorni di dibattiti organizzata dal direttore di Affaritaliani.it Angelo Maria Perrino a Ceglie Messapica – ha lanciato il guanto di sfida al suo partito.

Al quale, ancora una volta, non le manda a dire: “Il Pd è il mio principale avversario, schierato con la componente renziana contro di me. Per loro il partito è un mezzo per vivere. Quindi li capisco, se io occupo il partito molti di loro restano senza mestiere. Chi lavora con me invece ha un lavoro e può entrare e uscire dalla politica tranquillamente. Il Pd classico è fatto invece, come Renzi, da parte di gente che pensa di poter fare politica per tutta la vita. E’ un Pd che parla solo dei problemi suoi e poi perde le elezioni. Noi invece, che parliamo sempre delle persone, qui in Puglia vinciamo”.

Ti candiderai alla segreteria del Pd?

“Non credo sia più necessaria una forma partito come il Pd. Siamo in una fase in cui dobbiamo ripartire dai problemi. Una forza politica non può più prescindere dalla partecipazione dei cittadini. Quindi suggerisco a Martina di fare meno manifestazioni, e di iniziare a costruire il programma di governo del paese con chi ci sta. Non serve più raccattare quelli che cercano visibilità, perché ti chiederanno sempre qualcosa. E se stanno dove stanno, è perché non li ha voluti nessuno. Il Pd deve fare questo. Dobbiamo finirla con le primarie in cui si candidato Emiliano, Martina, Zingaretti, ecc. Il cittadino è stanco delle dichiarazioni dei politici del Pd. Io temo che Martina e Zingaretti abbiano ancora difficoltà a concepire la politica come costruzione dal basso, chiedo loro di parlare del futuro degli italiani interrogandoli. Quello che dobbiamo fare è una federazione delle liste civiche del Paese, che metta assieme le diverse esperienze che ci sono sul territorio”.

Con la flat tax “noi ricchi faremmo fessi tutti gli altri. E tutto questo in contraddizione con la Costituzione che prevede invece la progressività delle tasse. Sicuramente questa pressione fiscale così forte è un problema. Dobbiamo essere in grado di diminuire le tasse, continuando però a mantenere il livello di servizi e infrastrutture. I precedenti governi sono riusciti solo a ridurre, come con gli 80 euro, un po’ la pressione ai ceti medi e soprattutto a favore di chi ha già uno stipendio”.

Sull’Ilva:“Sono soddisfatto della piega che stanno prendendo gli eventi. Lo sono perché ho impedito la manovra portata avanti da Calenda che avrebbe fatto un regalo a Lega e 5 Stelle. Ho convinto il sindacato a non firmare l’accordo, con un rapporto molto corretto con Di Maio – rapporto che non ho avuto con i miei ministri – il quale vuole finalmente chiudere questa questione cambiando la linea del partito e dandomi ragione. Se non ci fosse stata la fabbrica avrei avuto una Puglia con più ulivi e meno morti. Ma l’Ilva c’è e deve ora utilizzare sistemi energetici diversi. Non si può andare avanti col carbone. Coprire i parchi non basta, è una presa in giro. O si passa al gas o all’idrogeno, oppure alternative non ne vedo”.

“Se non si fa così gli stessi guai che Calenda ha passato con me li passerà Di Maio. Ma se si comportano bene io lo ammetterò pubblicamente e dirò: per la Regione votate me, ma per le politiche votate chi volete”.

Il Tap:“sia chiaro, noi lo vogliamo. Non lo voglio su una delle più belle spiagge della Puglia. E’ proprio una stupidaggine. Se tu lo fai arrivare a Brindisi, hai poi l’hub a Mesagne. E invece che facevano questi del Pd? Scatenavano i brindisini contro di me su questa possibilità. Io, cari brindisini, voglio dirvi che l’hub del gas ce l’avete già. Non ci sarebbe nessun aggravio dal punto di vista ambientale. Invece qualcuno ha preferito giocare su questa storia. E si sappia che l’approdo lì al Sud lo state pagando voi. Tant’è che c’è un’indagine della magistratura in corso. Quando hanno portato lì il gasdotto io facevo il sindaco di Bari. Ma Vendola si oppose. E la prima versione portava a Brindisi. Come sia finito a Melendugno non lo so. I 5 stelle cosa hanno detto in campagna elettorale? Che se vincevano loro il gasdotto non si sarebbe fatto più. Siccome invece si fa, io ho detto a Di Battista vieni qui e spieghiamo insieme che interrompere l’opera non è possibile, ma spostarlo altrove sì. Si tratta di spostare un tubo di 30 chilometri”.

“Quando io sono stato eletto il caso Xylella era in mano al commissario. Quando finalmente è passata la palla in mano a me era già il 2016. Io sono partito a palla di fucile, costruendo il sistema di monitoraggio di ulivi più grande del mondo, per capire quali sono malati e quali no, quali tagliare e quali no. Io al ministro Centinaio ho chiesto maggiori poteri perché devo poter tagliare gli alberi subito, appena li trovo infetti. Così non è stato possibile fino a oggi perché gli avvocati si sono messi contro, e cosa è successo? Che gli alberi infetti da alcune decine sono diventati migliaia”.

“L’Unione Europea – ha proseguito Emiliano – è molto preoccupata dalla Xylella. Questo perché la Xylella è arrivata dal Costa Rica, e l’Ue, che ha autorità sugli embarghi, oggi rischia il più grande risarcimento della storia dell’umanità. Si sapeva che in Costa Rica c’era la Xylella, ma l’Ue non ha fatto nulla per fermare l’importazione di piante che potevano esserne infette”.

“C’è poi infine da capire cosa ne dobbiamo fare del legno infetto tagliato. Se lo bruciamo sarebbe peggio dell’Ilva. Sono convinto che ciò che non sono riuscito a fare con il precedente governo, posso riuscire a farlo con l’attuale”.

Il caporalato come molti delitti simili, cosa fa: sostituisce alcune mancanze. Oggi non c’è il soggetto che ti fornisce mano d’opera e non c’è chi porta queste persone sul posto di lavoro. Non essendoci ci arriva il caporalato. Io cosa ho fatto: ho costruito tre anni fa le foresterie per il lavoro in Puglia, dei container attrezzati con servizi (mensa, docce, aria condizionata, ecc.). Cosa è successo? Che quando ho cercato di fare questi container la burocrazia mi è andata contro, perché rappresentano nuove volumetrie. Inoltre i sindaci che ci hanno dato una mano a costruire le foresterie hanno passato i guai con la popolazione che non voleva vedere uomini con la pelle nera”.

Sull’immigrazione: “Sapete come ho risolto il problema con gli albanesi quando ero magistrato? Semplicemente con i traghetti, con i biglietti. Lì, sui traghetti, prendevamo nome, impronte, arrestavamo i banditi e facevamo entrare le persone per bene. L’Albania si è presa quei 20 ragazzi della Diciotti perché l’Albania ha ricordato tutto questo. Hanno ricordato quando i brindisini e i baresi, all’arrivo degli albanesi, scendevano da casa con le buste per aiutare questa povera gente”.

Gli ospedali? Ancora troppi. “Quando c’era Fitto gli ospedali erano 70, ed erano stati costruiti per la gloria dei sindaci. Perché ogni sindaco voleva il suo ospedale sotto casa. Fitto ne chiuse moltissimi. Vendola ne ha chiusi altri. Io ne ho chiusi nove, molti meno rispetto a loro. Ed erano ospedali dove non andava nessuno. Erano ospedali vuoti dove se finivi con un ictus tu morivi perché sopra al pronto soccorso non c’era nessuno. Non abbiamo bisogno di altri ospedali. Noi abbiamo bisogno di elicotteri, di ambulanze e mezzi che portino i malati in pochi ma eccellenti ospedali.  Io ho bisogno di 15 ospedali in Puglia, non dei 39 che ci sono oggi. Ci sono oggi ospedali dove si lavora pochissimo, e il personale lavorando poco impara anche come si opera. E la qualità e la sicurezza diminuisce”.

Il Centro di Risveglio a Ceglie si farà? Si farà.

“La Sanità pugliese è quella che negli ultimi due anni è cresciuta e migliorata di più in tutta Italia. Eravamo in serie D. Siamo arrivati in serie B e nessuno può smentirlo. Resta l’insoddisfazione dei cittadini, ma tutto questo cambierà ora che assumeremo 1000 medici e 2000 operatori. La Puglia ha quasi gli stessi abitanti dell’Emilia. Ma l’Emilia ha 15mila dipendenti in più nella sanità e 850 milioni in più. Noi siamo risaliti in classifica nonostante questo incredibile divario”.

Salvini sbaglia nella forma. Utilizza spesso linguaggi che dovrebbe evitare. Però sarei un pazzo, di fronte a un governo che ha voglia di fare, ad avere una posizione preconcetta. Io anzi sfido questo governo a dimostrare cosa vuole fare, anziché bollarli come neofascisti. Sperando però che a Salvini la situazione non sfugga di mano. Quando fai il politico rischi, col linguaggio, di trascinare un intero paese in una logica distruttiva. Io non accetto che si dica che chi viene qua vive la pacchia”.

 

 

 

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