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Perseguitava un pensionato e la sua famiglia, incendiata anche un’auto: convalidato l’arresto

L’auto del pensionato dopo il rogo

Il Gip del Tribunale di Brindisi ha convalidato l’arresto del 42enne brindisino Claudio Ostuni, che era stato arrestato domenica scorsa dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia del capoluogo per aver incendiato una Ford Focus e per tutta una serie di comportamenti persecutori nei confronti del proprietario della stessa auto (un 70enne pensionato brindisino).

Condotte quasi quotidiane che, negli anni, si sono sostanziate in richieste disparate: prodotti agricoli, sigarette, denaro e altro. Una sorta di morsa che ha turbato l’esistenza della vittima e della sua stessa famiglia. Qualche mese fa, erano stati tagliati i quattro pneumatici di quella stessa Ford andata a fuoco: di quel fatto si era autoaccusato lo stesso Ostuni, che in un’occasione aveva anche minacciato d’incendiare l’appartamento della sua “preda” se non gli avesse consegnato del denaro (poi desistette una volta appurato come il portafogli dell’uomo fosse vuoto).

I comportamenti persecutori hanno riguardato anche gli altri componenti la famiglia della “preda”, costretti ad adottare delle contromisure per non incrociare Ostuni al momento di rincasare. Il proprietario della Ford, inoltre, non parcheggiava più nello stesso posto per paura di che subisse nuovi danni.

Insomma, le minacce e l’indole violenta di Ostuni hanno reso un inferno la stessa vita dell’intero nucleo familiare. Le indagini dei militari dell’Arma hanno consentito di appurare come proprio il 42enne fosse stato, nel cuore della notte del 14 ottobre scorso, l’autore dell’incendio della Focus, che era posteggiata in piazza Favretto a Brindisi. L’uomo, infatti, era stato immortalato da alcune telecamere installate nella zona: nel video si nota mentre per tre volte tenta d’incendiare con della carta lo pneumatico anteriore sinistro della Focus e, alla fine, ci riesce. Ostuni era peraltro già sottoposto alla misura della libertà vigilata in quanto riconosciuto socialmente pericoloso

 

 

 

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