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Carabinieri encomiati per aver individuato e fermato gli autori di una rapina in gioielleria

Il comandante provinciale dei carabinieri di Brindisi, colonnello Giuseppe De Magistris, ha ricevuto il maresciallo ordinario Fedele Moro, il brigadiere Vincenzo Fina del Nucleo investigativo, e gli appuntati scelti Donato Pagano e Luca Petruzzo della Sezione radiomobile della Compagnia di Brindisi, ai quali ha voluto tributare un compiacimento per aver individuato e tratto in arresto i due autori della rapina commessa nella gioielleria “Lanvin” di Carovigno.Nell’attività era presente l’anziano padre del titolare che è stato immobilizzato con fascette di plastica da elettricista, sotto la minaccia di una pistola. In quel frangente è entrata nella gioielleria sua moglie che, compreso quanto stava accadendo, ha inveito contro i rapinatori e li ha costretti a fuggire a piedi.

La donna ha poi tentato di inseguirli e uno dei due è inciampato e ha perso parte della refurtiva, raccolta dall’inseguitrice.

Il secondo rapinatore, nel frattempo, ha intercettato una Fiat Grande Punto e, sotto la minaccia dell’arma, ha costretto il conducente a consegnargliela.

Sono quindi state allertate tutte le pattuglie presenti in zona che hanno avviato le ricerche del fuggitivo. La Fiat Grande Punto è stato quindi trovata in piazza Zandomeneghi a Brindisi.

In quell’area, il personale del Nucleo investigativo del Comando provinciale e della Compagnia di Brindisi hanno individuato e sottoposto a fermo uno dei rapinatori, il 36enne brindisino Vito Braccio, proprio mentre tentava di allontanarsi dalla palazzine popolari del quartiere Sant’Elia. L’uomo è parso sin da subito molto agitato e sono emersi contatti con un altro sospettato, il 38enne brindisino Alessandro Muscio

Sul cassone di una motoape parcheggiata nella stessa area, è stata poi rinvenuta la refurtiva: 17 orologi di varie marche e un anello da donna. Nel corso delle verifiche è stata anche recuperata l’arma con cui è stato messo a segno il colpo, ossia una pistola scacciacani che era stata nascosta nella tromba delle scale al quarto piano dello stabile popolare di via Cremona (sempre al Sant’Elia). La pistola era stata celata sotto un sacchetto di pellet sul pianerottolo da cui si accede al lastricato solare dello stabile.

Pertanto, a seguito degli elementi probatori riscontrati, i due sono stati sottoposti a fermo di polizia giudiziaria, perché gravemente indiziati del reato di rapina nella gioielleria e dell’autovettura Fiat Grande Punto utilizzata per la fuga. La refurtiva recuperata è stata restituita al legittimo proprietario. Di seguito, viene riportata la motivazione del compiacimento tributato ai militari dal colonnello De Magistris:

“Addetti alla 1^ sezione del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Brindisi, e addetti alla Sezione Radiomobile della Compagnia, dando prova di grande sagacia, spiccata iniziativa, intuito operativo ed elevata capacità professionale, effettuavano unitamente, immediate indagini che permettevano di sottoporre a fermo di indiziato di delitto due persone che si erano rese responsabili di una rapina a mano armata in danno di una gioielleria nel comune di Carovigno (BR), dandosi poi alla fuga con un’autovettura sottratta al conducente dopo averlo minacciato con l’arma in pugno, nonché di denunciare in stato di libertà altrettante persone responsabili di favoreggiamento personale. L’operazione si concludeva con il recupero della refurtiva, nonché con il sequestro dell’arma e del mezzo utilizzati.

Brindisi e San Vito dei Normanni 2 aprile 2019″.

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