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Isola pedonale domenicale, una pasticciera: «Voi passeggiate, io rischio di restare a spasso…»

Riguardo la pedonalizzazione del centro nei festivi, riproponiamo qui di seguito un post scritto da Valeria Maggiore – dipendente di una nota gelateria (Il Pasticcino) e soprattutto genitrice – proprio domenica su facebook dopo che il suo datore aveva lamentato il solito calo d’incassi dall’avvio della sperimentazione.
Valeria tiene a precisare come la politica non le interessi, ma sia seriamente preoccupata solo ed esclusivamente per il rischio di essere mandata a casa dopo quattro anni di lavoro soprattutto domenicale (si sa, alla domenica mattina bar e pasticcerie lavorano un po’ di più e, infatti, gli esercenti hanno chiesto che la chiusura al traffico cominci nel pomeriggio e non al mattino):
Valeria Maggiore

«Questa mattina come ormai da qualche domenica, alcuni esercenti di corso Umberto, per testimoniare il danno provocato dalla Z.T.L., hanno postato le foto della via deserta… Spulciando tra i commenti, ho letto il commento di una signora che con leggerezza affermava che la chiusura della strada non apporta alcun danno alle aziende site sulla via e che quindi nessun posto di lavoro è a rischio… Beh, no! Non è cosi… perciò mi sento in dovere di rispondere in questo modo:

Salve signora X, mi presento: io sono proprio una di quelle che rischiano il licenziamento a causa della vostra tanto Z.T.L. . Io lavoro in una pasticceria su Corso Umberto e da quando è partita l’iniziativa di chiudere le strade è iniziato un calvario… Il nostro lavoro si basa quasi esclusivamente sul lavoro domenicale; produciamo torte di piccole, medie e grandi dimensioni, produciamo gelato, pasticcini e tanto altro… Qui non si tratta del francavillese che nn vuole andare a piedi a fare colazione, provi lei stessa a  venire a ritirare una torta da 3/4/5 ma anche 6/7/8 kg e a trasportarla a piedi fino alla sua auto parcheggiata in via Cavour ( se è fortunata a trovarvi posto); ma anche semplicemente provi a venire ad acquistare una vaschetta gelato e a trasportarla sempre alla medesima via a piedi, sempre se vi è fortunata a trovarvi parcheggio, sotto quasi 40 gradi… Non si meravigli poi se dovrà gustarlo con la cannuccia anziché col cucchiaino… Bene, tutti  questi “piccoli” particolari  hanno fatto sì che la gente abbia preferito andare dove è più “pratico” e “veloce” ritirare un prodotto… con la conseguente perdita degli incassi settimanali…
Da quegli incassi mia cara signora vengono pagate puntualmente le tasse, vengono pagati prodotti di ottima qualità, vengono pagate tante altre spese che solo chi ha un attività conosce (commercialista, laboratori di H.A.C.C.P.  e tanto altro ancora)  e (pensi un po’) da quegli incassi viene fuori anche lo stipendio  di una “povera Crista” come me – che nel mio piccolo ho un affitto, delle bollette da pagare e sopratutto una figlia da crescere (da sola) – con le relative tasse che un titolare ha da pagare su ogni dipendente…
Nel momento in cui gli incassi vengono meno, ovviamente la prima spesa che viene eliminata è proprio il mio stipendio e via via tutto il resto… Lavoro lì da 4 anni e i miei titolari sono lì da oltre 20…
Non sappiamo cosa significa andare al mare o a passeggio la domenica mattina, non godiamo della bellezza di un Natale o di qualsiasi altra festa perché, a differenza vostra, siamo li a lavorare e non a passeggiare.. Il lavoro, soprattutto al giorno d’oggi, è una cosa rara e sacra, perciò la difenderemo anche a morsi…
Se lei e tutta la gente che la pensa come lei avete voglia di passeggiare potete farlo tranquillamente sui marciapiedi, dato che sono molto ampi e consentono il passeggio in maniera tranquilla ma a noi esercenti di corso Umberto lasciateci lavorare, per favore… che di passeggiare non ne abbiamo alcuna voglia!!!»

 

 

 

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