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La compravendita di un’auto usata si trasformò in rapina: in carcere padre e figlio

La dottoressa Rita Sverdigliozzi, dirigente della Squadra mobile di Brindisi

Hanno minacciato con pistola e machete e rapinato tre stranieri giunti a Oria per acquistare un’auto usata. Dopo soltanto due mesi e mezzo d’indagini, la Squadra mobile di Brindisi è riuscita a risalire all’identità dei presunti rapinatori, nei cui confronti nelle prime ore del mattino è stato eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale su richiesta della Procura di Brindisi. Si tratta del 65enne Cosimo Bembi e di suo figlio 35enne Luigi Antonio.

I fatti risalgono al mese di aprile, quando tre bulgari si presentarono in Questura a Brindisi per denunciare cosa era loro accaduto poche ore prima a Oria.

Dalla ricostruzione dei fatti ad opera degli investigatori delle polizia, qualche giorno prima, un cittadino bulgaro si era mostrato interessato all’annuncio di vendita di un’auto usata postato su di una piattaforma commerciale online. Contattato l’inserzionista, i due si misero in contatto telefonico e concordarono un incontro per lo scambio tra auto e corrispettivo in denaro. Lo scambio in quell’occasione avvenne senza problemi: il bulgaro giunse a Oria, il venditore gli inviò tramite Whatsapp e, a pagamento effettuato, il primo se ne tornò in Bulgaria con l’auto appena acquistata.

Nei giorni seguenti, il venditore contattò nuovamente per telefono l’acquirente bulgaro per proporgli un’altra auto usata (un’Audi Q5). Il bulgaro si disse interessato per conto di un connazionale suo amico. Cosicché, di lì a poco, giunsero in Italia tre bulgari (l’acquirente della prima auto, l’interessato all’acquisto della seconda e un altro loro connazionale). Nuova posizione Whatsapp e nuovo incontro per lo scambio. Questa volta, però, sempre stando all’esito delle indagini, le cose andarono in modo molto diverso rispetto alla precedente. Dopo aver consegnato 5.800 euro in contanti nelle mani del venditore, i tre furono minacciati con una pistola e un machete e dapprima invitati a tirare fuori altro denaro, poi invitati ad allontanarsi immediatamente dalla zona se non avessero voluto passare dei brutti momenti.

Cosa che i tre bulgari effettivamente fecero, salvo poi raggiungere la Questura di Brindisi e invocare giustizia per quanto era loro capitato a Oria. Gli investigatori della Mobile – oggi coordinati dalla dirigente Rita Sverdigliozzi – avviarono subito le indagini e, a stretto giro, hanno ricostruito la dinamica dei fatti. Così, stamane hanno eseguito il provvedimento dell’Autorità giudiziaria a carico del 65enne e del 35enne oritani.

 

 

 

 

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