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Comune e proprietà sono tornati a dialogare: il castello di Oria potrebbe riaprire i battenti


Il castello di Oria potrebbe prossimamente riaprire i battenti. L’anno della svolta, salvo imprevisti, dovrebbe essere il prossimo. L’Amministrazione comunale guidata da Maria Lucia Carone e la famiglia Romanin Caliandro, proprietaria del monumento con Borgo Ducale Srl, sono tornate a parlarsi nell’ottica di un accordo bilaterale che accontenti tutti o, perlomeno, non scontenti alcuno. Sembra che a rompere il ghiaccio sia stata, nei mesi scorsi, la stessa sindaca.I proprietari chiedono di poter finalmente avviare la loro attività imprenditoriale principale di “wedding” (ricevimenti matrimoniali di lusso) e di poter organizzare eventi legati al turismo culturale, scolastico e congressuale; in cambio, il “gioiello di pietra” oritano tornerebbe fruibile – seppur a determinate condizioni – anche per i visitatori esterni (a pagamento).

Il tutto passerebbe necessariamente dal placet dell’Ufficio tecnico, dello Sportello unico Attività produttive, del Consiglio comunale e, non secondariamente, della Soprintendenza.

Così, nei giorni scorsi – oltre che le istanze burocratiche – è giunta in Comune anche una bozza di convenzione, redatta dai legali di Borgo Ducale Srl, che ora potrà essere modificata, integrata e sottoposta al mittente proprio dal Comune. Se vedesse la luce, si tratterebbe di una convenzione che, al pari della concessione in deroga per la destinazione d’uso, un domani dovrebbe passare al vaglio del Consiglio comunale.

La nuova trattativa, dopo i naufragi di quelle precedenti, tra proprietà ed ente è ancora in fase embrionale, ma pare non manchi la volontà politica – nel rispetto di normative e procedure – di sbloccare un impasse che dura ormai da sette lunghi anni.

Se i Romanin Caliandro riusciranno nel loro originario intento di rendere il castello una sala ricevimenti o, in generale, una location produttiva, Oria riavrà il suo castello in giorni e modi tutti da stabilire. Di tempo ne è passato, di acqua sotto i ponti anche, ma il nodo resta in fondo pur sempre lo stesso.

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