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La storia a lieto fine di Laura: «Ero ammalata e disperata, poi trapianto e rinascita. Non mollate mai»

Laura Taurisano

Si riporta qui di seguito la lettera aperta inviataci da una nostra lettrice per raccontare la sua storia a lito fine e trasmettere un messaggio di speranza, forza e coraggio a quanti non se la passino bene proprio com’è successo a lei:

Salve, mi chiamo Laura Taurisano e sono di Francavilla Fontana. Scrivo questa piccola lettera per raccontarvi di una parte della mia vita e per cercare di dare forza ad altre persone che, come me, hanno sofferto e soffrono. Per tanto tempo, infatti, mi sono sottoposta alla dialisi. Quando avevo 18 anni, ecco un dono: sono rimasta incinta, ma non avrei potuto dare alla luce mio figlio a causa dei miei problemi di salute. Diversi medici mi consigliarono di abortire perché la mia gravidanza sarebbe stata troppo a rischio, sa per me che per il feto. 

Non ho ascoltato i dottori e ho deciso da sola di andare avanti. Un medico di Francavilla Fontana, allora, mi ha indicato la strada per partorire a Roma al Policlinico “Gemelli”: ci sono stata sette mesi, poi è nato il dono che Dio aveva deciso di farmi. 

Non la porto troppo per le lunghe. Nel 2014, la mia malattia si aggravò, tanto che dal mese di settembre dovetti sottoporti alla terapia (dialisi) e su di me calò un buio totale, un vero e proprio calvario sottopormi a quelle cure per tre volte in una settimana, oltretutto con un bambino di due anni da crescere. 

Ma, dopo questo lungo e infernale periodo, tra nervosismo e ansia, ecco un altro dono dal Cielo: il trapianto renale. È stato un pomeriggio ed ero a letto con proprio con mio figlio, quando mi arriva una telefonata da Bologna in cui mi si dice che finalmente c’era un rene per me. 

Non sapevo come comportarmi, ero quasi bloccata. Il venerdì successivo, alle 8, mi presentai in ospedale al “Sant’Orsola” di Bologna. Attesi fino alla notte, quando arrivò il mio turno. Mi sottoposero a un delicato intervento durato sei ore, ma perfettamente riuscito. 

Sin da quando uscii dalla sala operatoria mi sentii rinascere, ora posso godermi appieno e a tempo indeterminato mio figlio, mangiare di tutto e, insomma, condurre una vita normale. 

Perché ho voluto rendere pubblica questa mia storia? Per incoraggiare le altre persone nelle mie condizioni a non mollare mai, a non perdere la speranza e, per chi è credente, la fede. Io ci credo e ringrazio Dio per aver dato coraggio e per avermi regalato questa nuova, bellissima esistenza

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