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Spaccio, armi, estorsioni, corruzione, soldi falsi: 20 arresti. Anche un carabiniere: notizie in cambio di denaro


Stamattina, giovedì 30 gennaio, i carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni hanno eseguito eseguito 20 ordinanze d custodia cautelare, emesse dal Gip del tribunale di Brindisi su richiesta della Procura. nei confronti di altrettante persone, indagate – a vario titolo – per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione illecita di armi, estorsioni, corruzione, rivelazione di segreti inerenti  un procedimento penale e detenzione di banconote false. Tra gli indagati, anche tre donne. L’operazione di polizia giudiziaria è stata ribattezzata “Bronx”.

Le indagini dei militari – consistite anche in intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre che in pedinamenti – sono partite da una denuncia per tentata estorsione da parte di un imprenditore di Carovigno nei confronti del 36enne Armando Caccetta, il quale gli aveva chiesto una somma di denaro sulla base di un debito di 500 euro. Dalla lente d’ingrandimento degli investigatori è emerso un quadro indiziario consistente – sempre secondo l’accusa – in una fitta trama tra numerosi individui dediti alla detenzione e allo spaccio di cocaina, marijuana e hashish tra i comuni di Carovigno e San Vito dei Normanni, nonché alle estorsioni a danni d’imprenditori locali. Oltre alla tentata estorsione nei confronti del carovignese J.R. da parte di Caccetta, infatti, ne sono state documentate delle altre da parte di Giovanni Saponaro, Cosimo Saponaro e Francesco Leo nei confronti di commercianti e liberi professionisti carovignesi.

Qui di seguito i nomi degli indagati:

– CACCETTA Armando nato a Ostuni il 15 marzo 1983;

– DI GIOIA Savio nato a Mesagne il 3 febbraio 1981;

– DI LATTE Alessio nato a Ostuni il 29 aprile 1987;

– FERRI Christian nato a Brindisi il 17 dicembre 1988;

– LEO Francesco nato a Isola Capo Rizzuto il 16 gennaio 1971;

– MONNA Vincenzo, nato a Cisternino l’11 gennaio 1984;

– SAPONARO Angelo nato a Cisternino il 13 dicembre 1989;

– SAPONARO Cosimo, nato a Ostuni il 17 dicembre 1990;

– SAPONARO Giovanni, nato a Carovigno il 21 maggio 1962;

– SAPONARO Cosimo, nato a Ostuni il 2 giugno 1960;

– SCATIGNA Mirco, nato a Ostuni il 7 marzo 1994;

– SUMA Giuseppe, nato a Ostuni il 14 maggio 1983;

– TURRISI Francesco, nato a Ostuni il 27 luglio 1976;

– VENERITO Pietro, nato a Ceglie Messapica il 19 giugno 1991.

Sono, invece, stati sottoposti alla misura degli arresti domiciliari:

– CARDONE Catia, nato a Ostuni il 3 febbraio 1987;

– MOORE Lucia Nicol, nata in Inghilterra il 16 giugno 1998.

E’ stato, inoltre, disposto l’obbligo di dimora nei confronti di GRECO Maria Belvedere, nata a Carovigno il 12 maggio 1973.

Due indagati sono al momento risultati irreperibili e sono, di conseguenza, ricercati.

Nelle indagini è coinvolto anche Antonello Zurlo, appuntato scelto in servizio presso la Compagnia carabinieri di San Vito dei Normanni (sospeso dal servizio) in quanto, in cambio di denaro, avrebbe fornito a Francesco Turrisi informazioni riservate circa le indagini in corso.

Alcuni tra gli indagati sono risultati a stretto contatto con il tessuto malavitoso locale, avendo a disposizione anche armi, portate tranquillamente in giro e talora usate.

Un ruolo di primo piano – secondo investigatori e Procura – sarebbe stato ricoperto da Caccetta e Giovanni Saponaro (quest’ultimo membro della società di calcio del Carovigno). Nell’attività di spaccio sarebbero stati coinvolti anche minorenni.

Nel corso delle investigazioni, grazie ai sequestri di cocaina, marijuana e hashish e agli arresti in flagranza, è emerso il coinvolgimento nello spaccio di Alessio Di Latte e Catia Cardone, che erano soliti raggiungere gli acquirenti a bordo della loro auto dopo aver fatto la spola dal luogo di rifornimento degli stupefacenti (in genere, luoghi isolati tra le campagne, negli alberi d’ulivo, muretti a secco, ecc.). Medesimo modus operandi per Cosimo Saponaro, Lucia Nicole Moore, Christian Ferri, Vincenzo Monna, Giuseppe Suma, Angelo Saponaro, Korado Shahini e Mirco Scatigna detto “sceriffo” – quest’ultimo aiutato da sua madre, Maria Greco.

Documentata anche la spartizione territoriale per lo spaccio nella “piazza” di San Vito dei Normanni, demandata a Savio Di Gioia e Francesco Turrisi. Proprio alcuni dissidi scaturiti a seguito di tale spartizione territoriale hanno consentito di documentare delle tensioni tra gli indagati, alcuni connotati da una certa pericolosità sociale, come Di Gioia, risultato responsabile dell’esplosione di colpi d’arma da fuoco contro l’abitazione di Cosimo Saponaro.

Sempre nel corso delle indagini, grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali, è emerso un ulteriore spunto che, al termine degli approfondimenti della guardia di finanza di Ostuni (verifiche bancarie, societarie e previdenziali) ha consentito di svelare un sistema di assunzioni fittizie di operai, finalizzare all’ottenimento del contributo di disoccupazione, poi spartito col datore di lavoro. Di qui anche il sequestro per equivalente, a carico di alcuni degli indagati, di beni per 35mila euro.

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