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Un caso di buona sanità nel caos generale: «In Ortopedia, più che umani e professionali. Così mi hanno curato e coccolato»

Di seguito la lettera aperta (di ringraziamento) da parte di un lettore al reparto di Ortopedia dell’ospedale “Dario Camberlingo” di Francavilla Fontana:

Caro Direttore,

in data 07 marzo, ahimè, ho avuto un incidente, riportando fratture e lussazioni alla gamba sinistra, un incidente che mi ha costretto a chiedere l’intervento del 118. I soccorritori, resisi conto della mia situazione, mi hanno immediatamente trasportato al Pronto Soccorso dell’Ospedale Camberlingo di Francavilla Fontana.

Fatti i primi accertamenti presso la sala radiologica, dove hanno riscontrato frattura e lussazione sono stato immediatamente portato nel Reparto Ortopedico.

Sia infermieri che la dottoressa Borracci, del Reparto Ortopedia e Traumatologia dello stesso Ospedale, con grande sensibilità, umanità e professionalità, si sono immediatamente attivati per mettere in tiro la gamba con i pesi.

Nel mentre era in preparazione l’operatività di mettere in tiro la gamba, tutti, nessuno escluso, si sono preoccupati del mio stato d’animo, tranquillizzandomi e confortandomi psicologicamente, come se fossi uno di loro e che sarebbe andato tutto bene.

La dottoressa Borracci, con la sua professionalità, bravura e abilità, mentre mi parlava, in quel momento non capendo il perché, mi chiese di tossire, contemporaneamente, infilò nella parte vicino al tallone, un chiodo che passò da una parte all’altra.

Quel chiodo o quel ferro, serviva per agganciare i pesi per il tiraggio della gamba fratturata e lussata.

Ancora oggi, quando ci penso ci rido su, pensando in modo ironico “fu cosi brava nel fregarmi con quella richiesta di tossire, serviva a distogliere la mia mente per quel piccolo intervento”. 

Subito dopo messi i pesi per il tiraggio, sono stato portato in stanza.

Da quel momento ho iniziato a conoscere, qualcuno già conoscevo, l’umanità e la professionalità di ognuno di loro.

Gli infermieri in primis, successivamente, gli operatori socio sanitari, la capo sala e i medici del reparto ortopedico.

Non nascondo il mio dispiacere nei confronti degli operatori, perché, essendo immobilizzato e non potendo assolutamente deambulare, si sono prodigati costantemente, con grande senso di umanità, a coccolarmi e accudirmi, con premura e diligenza senza farmi mai vergognare o mortificare del lavoro che svolgevano.

Dopo di che ho conosciuto altri medici, infermieri e il primario del U.O.C. Ortopedia Traumatologica dott. direttore Pietro Gioia.

Il 10 marzo, il giorno della operazione, nella sfortuna del mio incidente, ho avuto la fortuna di conoscere altri operatori assegnati allo staff della sala operatoria.

In quei pochissimi minuti di attesa, ho acquistato coscienza di una realtà che dall’esterno è impossibile percepire.

Professionalità, complicità, serenità, pace, tranquillità, quiete, che nell’insieme portava in una fusione “Nirvana”, insomma, ero li per l’operazione, ma avevo la sensazione di stare a casa a cena con amici.

Nel mentre mi trasferivano sul letto operatorio, ero lì ad ascoltare, con mio sommo piacere, della musica.

Musica, complice insieme a loro nel tranquillizzare chi sta per essere sottoposto a una operazione.

Ora sono felicemente a casa in convalescenza, pensando a tutto quanto sopra scritto, di come mi hanno trattato, curato e coccolato.

Per questo motivo, sento il dovere di far sapere ai cittadini di Francavilla Fontana, a tutti i cittadini della provincia di Brindisi e non solo, che nell’ospedale di Francavilla Fontana e nel reparto Ortopedia e Traumatologia, ci sono Uomini e Donne, pronti ad accudirti, curarti e operarti e come avere al tuo fianco degli Angeli.

Ancora una volta, voglio ringraziare medici e infermieri del Pronto Soccorso, gli operatori socio sanitari, infermieri, capo sala e medici del reparto Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale di Francavilla Fontana, in particolare modo la Dottoressa Borracci che mi ha fregato mentre tossivo e il primario dott. direttore Gioia che mi ha Operato e tutti i componenti della sala operatoria.

Voglio dire a tutti voi, grazie, grazie e ancora grazie.

Con ossequi,
Virginio Parabita

P.s.: Successivamente dovrò ritornare per una nuova operazione riguardante l’estrazione del perno e poi chissà le placche. Chiederò gentilmente di mettere ancora su delle canzoni di Lucio Battisti. Grazie.

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