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Foto del figlio sui social senza il consenso del padre: giudice ne intima alla madre la cancellazione immediata


Quelle foto del figlio minore pubblicate da mamma sui social network senza il consenso del papà vanno subito cancellate. L’ha disposto con ordinanza la giudice del Tribunale di Brindisi Gabriella Del Mastro, che si è pronunciata sul ricorso d’urgenza ex articolo 700 del codice di procedura civile presentato dall’ex marito della donna. I due – residenti in un comune del Brindisino – sono, infatti, separati dallo scorso anno.La genitrice si era già impegnata spontaneamente in sede di divorzio – come riportato nella relativa sentenza – a rimuovere dai social le immagini del bambino. Cosa che non aveva però poi fatto, anzi: ne aveva persino pubblicato altre. Una condotta, la sua, che ha indotto l’ormai ex consorte ad adire di conseguenza le vie legali.

Dopo aver escluso l’inammissibilità del ricorso e richiamato la normativa nazionale e internazionale a protezione dei diritti dei minori, compresa quella sulla privacy, la giudice ha stabilito come effettivamente la pubblicazione online di quelle numerose foto senza che l’altro genitore fosse d’accordo, si ponga in contrasto con le stesse normative richiamate.

E poi lo stesso organo giudiziario ha osservato come l’inserimento di foto dei minori sui social network debba considerarsi un’attività in sé pregiudizievole in ragione delle caratteristiche proprie della rete internet, consideratane la diffusione rapida e le difficoltà di controllo dei flussi informatici ex post. È stata a tal proposito una recente sentenza del Tribunale di Mantova (concorde anche il Tribunale di Roma) nella quale si era evidenziato come “l’inserimento di foto di minori sui social network costituisce comportamento potenzialmente pregiudizievole per essi in quanto ciò determina la diffusione delle immagini fra un numero indeterminato di persone, conosciute e non, le quali possono essere malintenzionate e avvicinarsi ai bambini dopo averli viti più e più volte in foto on line, non potendo inoltre andare sottaciuto l’ulteriore pericolo costituito dalla condotta di soggetti che “taggano” le foto online dei minori e, con procedimento di fotomontaggio, ne traggono materiale pedopornografico da far circolare tra gli interessati, come ripetutamente evidenziato dagli organi di polizia (…) il pregiudizio per il minore è dunque insito nella diffusione della sua immagine sui social network”.

Di qui, l’accoglimento del ricorso, l’intimazione nei confronti della donna a cancellare dai suoi profili social entro il 26 giugno (50 euro al ricorrente per ogni giorno di ritardo) tutte le foto del minore e l’inibizione a pubblicarne delle nuove (anche in questo caso 50 euro per ciascuna singola violazione). Per lei, inoltre, anche la condanna al pagamento delle spese di lite.

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