Di seguito la lettera che la mamma di una ragazza maturanda ha inviato alla nostra redazione alla vigilia dell’inizio degli esami di Stato:“Cari maturandi domani, mercoledì 17, inizierà la kermesse finale che vi condurrà alla conquista della agognata maturità.
Per la prima volta non ci sarà la tanto temuta prova scritta di Italiano, come anche la seconda prova scritta. Tutte le angosce previsionali che vi hanno accompagnato fino alla metà di marzo (su cosa verterà la traccia? Su Dante? O su un testo di narrativa?) non hanno più ragione di esistere.
Mercoledì inizierà direttamente l’orale. In maschera.
Qualcuno potrà pensare quanto siate stati fortunati a poter fruire di tali “agevolazioni”.
In realtà sarete la prima (ed unica) generazione di maturandi che ha dovuto superare una serie di difficoltà incredibili. Il sol fatto di non poter essere stati insieme per così tanto tempo, senza possibilità di confrontarsi e potersi raccontare le proprie angosce scolastiche e non, senza la possibilità di ricevere una pacca sulle spalle da un vostro compagno/a che tanto avreste voluto.
Certo, avete mantenuto i rapporti tra di voi come le attuali tecnologie consentono. Ma non può essere la stessa cosa.
E comunque sono sicura che sosterrete tutti delle prove di esame dignitose ed esaltanti. Tutto questo grazie al vostro spirito di responsabilità e di sacrificio e sopratutto, grazie alla abnegazione e alla grande professionalità dei vostri insegnanti che, pur a distanza, quindi con maggiori difficoltà, non si sono risparmiati mai su nulla. Sia sotto il profilo strettamente professionale, sia sotto il lato prettamente umano.
Sono mamma di una ragazza maturanda e ho avuto modo di vedere tutto questo, giorno dopo giorno e serata dopo serata.
Se tutto andrà nel migliore dei modi, e così sarà, lo si dovrà a tutti gli insegnanti, ai direttori didattici e ai loro collaboratori, che mi sento qui di ringraziare.
Voi, ragazzi, sarete ricordati come gli eroi che hanno preso la maturità al tempo (epico) del coronavirus”.
