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Erchie, comunali: per ora Saracino e Mancini per la successione al “ras” Margheriti

A sinistra Chiara Saracino, a destra Domenico Margheriti

Per ora, ad Erchie due candidature ufficiali a sindaco per la successione all’ormai storico primo cittadino Giuseppe Margheriti – capace di calamitare il consenso maggioritario in tre tornate elettorali quasi consecutive – oggi proiettato verso il difficile sogno di un’elezione a consigliere regionale: da una parte, l’erede naturale di Margheriti, e non a caso sua vice, Chiara Saracino; dall’altra, Domenico Mancini, che a capo di Palazzo Ducale (oltre che in Consiglio e Giunta provinciali) vi è già stato rispettivamente dal 2001 e dal 2004 (Michele Errico presidente).Se Saracino – commercialista – punta sulla prosecuzione e sul miglioramento di ciò che è stato fatto ad Erchie e per Erchie in questi ultimi dieci e più anni, Mancini – avvocato ed ex commerciante – invoca un cambiamento e parla di “Una speranza per Erchie”, invitando e incitando i concittadini – persino quelli più scettici – a tornare a votare con l’auspicio, appunto, che le cose possano mutare.

Come da tradizione locale e, non secondariamente, da legge elettorale (Erchie è sotto i 15mila abitanti) i due competitor – cui se ne potrebbero aggiungere, strada facendo, degli altri – si appoggeranno a liste civiche di sostegno. Saracino, ad ogni modo, per vocazione, si colloca in un’area di centrodestra orientata verso Forza Italia; Mancini ha optato, invece, per un civismo spinto sebbene leggermente volto anch’esso verso centro e verso destra (com’egli stesso giustamente scrive e rivendica nella sua presentazione) il suo “primo e notevole risultato lo ottenne nelle liste di Alleanza Nazionale” – Correva l’anno 1995. E oggi Mancini, difatti, è vicino alle posizioni di Fratelli d’Italia.

Insomma, al momento, in attesa di ulteriori sfidanti, nella piccola ma bella, ospitale, laboriosa ed empatica cittadina ercolana, è una sfida tra colei che vanta una storia politica recente, e colui che si fregia di una storia politica, per quanto volontariamente datata, altrettanto entusiasmante. Starà ai cittadini ercolani, poi, decidere di chi e perché fidarsi, a chi tributare il consenso. Se si votasse già domani anziché il 20 settembre, il “ballottaggio” al primo turno – perché qui si vota in un’unica soluzione, a turno secco – il dilemma in cabina elettorale sarebbe: Saracino o Mancini?

E.Z. 

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