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Lo strano caso del castello di Oria finisce in Parlamento: presentata interrogazione al ministro della Cultura

Margherita Corado

La senatrice Margherita Corrado (ex M5S, ora indipendente) ha presentato con altri tre suoi colleghi un’interrogazione parlamentare, indirizzata al ministro della Cultura Dario Franceschini, a proposito del castello di Oria che – come noto – è ancora chiuso e non fruibile dal pubblico ma soltanto dai proprietari (Borgo Ducale Srl della famiglia Romanin-Caliandro). Dopo aver tratteggiato la storia antica e recente, che giganteggia sul centro abitato e rappresenta il il monumento simbolo della stessa cittadina, gli interroganti puntano a sapere:

  • se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto e possa riferire le ragioni per le quali la Soprintendenza di Brindisi e Lecce, oggi retta ad interim dalla soprintendente nazionale per il patrimonio culturale subacqueo, avrebbe respinto la richiesta di avviare la procedura per la dichiarazione dell’interesse eccezionale del castello di Oria ai sensi dell’art. 104 del codice, benché ricorrano incontrovertibilmente le condizioni di cui all’art. 10, comma 3, lettere a) e d), e il maniero ospiti, in aggiunta, una collezione di reperti archeologici che si suppone dichiarata ai sensi dell’art. 13;
  • se e quali iniziative di competenza intenda assumere per rimettere ordine nei rapporti tra lo Stato e la proprietà, e per interrompere il “cortocircuito” creatosi tra gestione e funzione pubblica di un bene privato e funzione e gestione privata del medesimo.

Insomma, lo strano caso del castello di Oria è approdato in Parlamento. Sono ormai anni, infatti, che la politica locale si sforza di risolvere la questione, ma con scarsi – anzi, nulli – risultati.

Nel testo dell’interrogazione si legge anche quanto segue:

Glauco Caniglia

quanto ai lavori di ristrutturazione condotti poco dopo la compravendita, per adeguare il castello alla futura “destinazione turistico-culturale”, pur se incredibilmente autorizzati dalla Soprintendenza competente, gli interventi eccedettero il lecito e, su denuncia dell’ufficio tecnico comunale, che negò l’assenso, furono oggetto di indagine (con sequestro nel 2011 e dissequestro nel 2015) da parte della magistratura per numerosi presunti illeciti. La vicenda è oggetto del saggio di Glauco Caniglia “Il Castello di Oria. Vicende giuridiche e prospettive di valorizzazione”, pubblicato nel 2018 per le edizioni Esperidi; 

oggi, restaurato, il castello di Oria è chiuso al pubblico per la mancata concessione dell’autorizzazione a modificarne la destinazione d’uso a scopo ricettivo e di ristorazione: la proprietà, in epoca pre COVID, si sarebbe detta disponibile all’apertura alle visite guidate solo per 10 anni e solo a patto di ottenere l’agognato cambio di destinazione (si veda “La storia del castello di Oria – Filippomaria Pontani” su “ilpost”);

l’esigenza diffusa di una restituzione del monumento alla comunità sembra però avere trovato sponda nell’amministrazione comunale in carica, tanto che ad agosto 2020 il sindaco ha dichiarato che la riapertura al pubblico sarebbe imminente (si veda l’articolo “Castello di Oria, la sindaca: ‘Ultima estate senza, siamo tutti al lavoro per sbloccare la situazione e farlo riaprire al pubblico'” su “lostrillonenews”), pare alle solite condizioni ma per 30 anni; non è chiaro, però, se l’accessibilità sarebbe totale e garantita quotidianamente o limitata da alcune restrizioni “capestro”. 

 

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