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Brindisi, Mesagne, due anni dalla tragedia del Morvillo Falcone: tra passerelle e ricordi intimi: le amiche del cuore si Melissa se ne restano a casa/L’intervista

intervista-selena-greco-azzurra-camarda-melissa-bassiCi sono modi  e modi per ricordare, esorcizzare, elaborare il lutto. Qualcuno preferisce farlo sotto i riflettori, alla presenza di uno Stato che, quando si tratta di anniversari e commemorazioni, risponde sempre “presente”, un po’ meno quando si tratta di stare vicino alle vittime e di risarcire – in una maniera purchessia, anche simbolica – chi alle tragedie è sopravvissuto. Quando sono trascorsi già due anni dall’attentato al professionale Morvillo Falcone di Brindisi, costato la vita alla 17enne mesagnese Melissa Bassi e che ha segnato per sempre le esistenze dei suoi genitori, dei suoi amici e compagni più veri, ci si trova il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini da una parte, le amiche di Melissa e quasi tutte le ragazze sopravvissute dall’altra, cioè al di qua della passerella.

A questo proposito, per ricordare Melissa e quel giorno – 19 maggio 2012 – riportiamo e condividiamo un’intervista realizzata dal direttore di Senza Colonne News, Gianmarco Di Napoli, a Selena Greco e Azzurra Camarda. Loro due erano al fianco di Melissa quando la bomba, piazzata dalla mente perversa di Giovanni Vantaggiato, esplose a due passi dall’entrata della scuola. Loro due rimasero ferite e oggi, anziché stringere la mano a ministro, sindaci e istituzioni, hanno preferito ricordare quel tristissimo evento, la perdita di un’amica, prim’ancora che di una compagna di classe, così:

di GIANMARCO DI NAPOLI

Loro la passerella non l’hanno voluta fare. Mentre al “Morvillo Falcone” arrivano il ministro, le autorità, i tappeti rossi e le scorte, Selena e Azzurra hanno preferito starsene con Melissa, prima al cimitero e poi a casa, perché Melissa fa parte di loro e se stanno insieme spesso si ricrea quella alchimia tutta speciale di quando erano in tre. Come quella mattina di due anni fa, quando arrivavano a scuola:  Melissa al centro, Selena Greco era alla sua destra e Azzurra Camarda alla sua sinistra. Poi non la videro più.

Selena non è una che ha peli sulla lingua: “Non ha senso invitare a scuola ministri e personalità in questa giornata che dovrebbe essere tutta nostra: avremmo bisogno di parlare di legalità, di dolore, di rabbia. E invece ci ritroviamo con perfetti sconosciuti che vengono a depositare corone di fiori e a dire parole di circostanza”.

Alla stessa ora in cui al Morvillo sono accesi riflettori e microfoni, scegliamo anche noi di restarne fuori per provare a capire. La casa di Selena è nel cuore di Mesagne, a due passi dalla centrale elettrica. La mamma Francesca ha solo 37 anni e sembra la sorella maggiore. “Da quando è successo, è tornata a vivere nella nostra stanza”, racconta. “E pensare che fino a quel giorno era indipendente, allegra, spensierata. Ora va a letto con la cuffia e sentiamo tutta la notte la musica”.

Perché lo fai Selena? “Ho paura del silenzio, di giorno deve essere sempre acceso qualcosa in casa, la tv o la radio. Quando non sento nulla ho come la sensazione che da un momento all’altro debba sentire di nuovo quella esplosione”.

Andava nella stessa classe di Melissa, ma poi si è ritirata. Aveva problemi con gli altri ragazzi perché a un certo punto, passata la paura, affievolitosi il dolore, queste ragazzine che porteranno addosso per tutta la vita i segni di quella bomba sono state considerate “privilegiate” dai compagni perché erano esentate da alcuni compiti o perché hanno il permesso di lasciare più frequentemente l’aula.

Selena, cosa è successo? “Loro hanno fretta: gli amici, i compagni di classe. Hanno fretta perché vorrebbero che ritornassimo il più presto quelle di prima. E invece la nostra strada è diversa: loro non sanno che non potremo mai tornare quelle di prima. Ciò che possiamo fare è cercare di diventare persone nuove, ma  non saremo più come eravamo”.

Selena ha lasciato, per ora, la scuola. E Azzurra se n’è andata da casa.

“Dopo l’attentato le cose sono andate peggio, avevo già problemi con mia madre ma dopo quello che è successo non sono più riuscita a riannodare il nostro rapporto. Ho conosciuto un ragazzo che mi ha voluto così come sono, con i segni delle bruciature, il braccio destro che non riesco più a stendere, le mie paure”. E tira su la manica della maglia per mostrare senza vergogna quei segni terribili.

Strano che si celebri questa giornata senza di loro. Immaginiamo i discorsi che in quegli stessi minuti, vengono pronunciati nella loro scuola. Impregnati di belle parole e di retorica. Non deve più succedere, d’accordo, ma la scuola (intesa come istituzione) cosa fa negli altri 364 giorni da due anni a questa parte?

“Abbiamo saputo dai giornali quello che avevano organizzato”, dice Selena. “Nessuno ci ha informato o chiesto nulla, per sapere come avremmo preferito ricordare questo momento. E così stamattina siamo stati con Melissa, in quella che è la sua casa ora. Che senso aveva vedere ministri che depositano corone e non sanno neanche quello che stiamo provando? Sarebbe stato giusto lasciarlo fare ai ragazzi, che sono più vicini alle nostre emozioni. E parlare noi studenti, non i politici”.

Azzurra e Selena andranno in chiesa oggi pomeriggio per la messa di commemorazione, a Mesagne. E poi parteciperanno alla fiaccolata che hanno contribuito a organizzare per le 20,30 e che si concluderà davanti alla tomba. “Leggeremo alcuni suoi pensieri e poi staremo in silenzio”, spiega Azzurra.

Di che parlavate quella mattina di due anni fa, quando è successo? “Discutevamo di mare perché era una bella giornata e avevamo voglia di spiaggia”, ricorda Selena. “Programmavano di andarcene un pomeriggio ad Apani con l’autobus, ma Melissa era titubante. Mentre ci avvicinavamo al cancello ci stava dicendo che non sapeva se la mamma l’avrebbe mandata. Dai Melissa – le dissi – magari falla parlare con il tuo ragazzo che la convince. Un secondo dopo, scomparimmo tutte”.

 

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