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La rabbia di un genitore: «Alenia assume operai rumeni perché più qualificati? Ma se mio figlio aveva superato le selezioni! Poi però sono spariti loro»

Alenia-Aeronautica-grottaglieStupore e sconcerto ha provocato nei giorni scorsi la notizia, in parte poi smentita dai sindacati, secondo la quale l’Alenia Aermacchi avrebbe assunto presso lo stabilimento di Grottaglie un centinaio di operai specializzati di nazionalità rumena poiché non si troverebbero sul mercato lavoratori italiani ugualmente qualificati. Soltanto che, lo scorso anno, 3-400 giovani erano stati convocati per sostenere prima i quiz, poi il colloquio con i dirigenti del colosso aeronautico. Qualcuno di loro aveva anche superato le selezioni, ma poi dell’ipotetico impiego non ha saputo più nulla. Lo conferma il padre del 20enne Salvatore N., originario di Erchie in provincia di Brindisi, ricordando come l’estate passata sia andato due volte a Roma, a proprie spese, per accompagnare il figlio – perito aeronautico con qualifica di tecnico delle costruzioni aeronautiche – al concorso promosso da Alenia.

«A Roma, io e mio figlio ci siamo andati il 9 agosto per i test scritti somministrati da Adecco e poi, dopo che aveva superato la prima prova, anche il 29 agosto, data in cui ha sostenuto il colloquio con alcuni dirigenti dell’azienda: Salvatore aveva superato la prima preselezione al computer presso l’agenzia interinale con il punteggio massimo, così era stato poi convocato presso un albergo della capitale per la prova orale».

«Sembrava che anche la seconda fase fosse andata bene – racconta ancora il genitore – tanto che gli esaminatori avevano assicurato a mio figlio che si sarebbero fatti sentire più in là: dall’estate 2013 sono trascorsi nove mesi e siamo ancora in attesa di un responso».

Non solo l’attesa dopo il più classico dei «le faremo sapere», ma adesso anche la beffa: «Leggere che Alenia ha assunto operai rumeni perché non se ne trovano d’italiani ugualmente qualificati – continua – è stato un pugno nello stomaco, dopo i sacrifici, anche economici, che la nostra famiglia ha sostenuto perché mio figlio tentasse i test a Roma, a maggior ragione per il fatto che quei test Salvatore li aveva anche superati».

È stato questo il momento in cui la speranza, cui nel frattempo era subentrata una sorta di rassegnazione per la mancata chiamata, ha ceduto il passo alla rabbia: «Come si può – sbotta il papà di Salvatore – prendersi gioco della gente? Ma davvero credono di prenderci in giro? Per carità, nulla contro i rumeni, ma allora perché tra i requisiti per essere ammessi alle selezioni di Roma figurava, oltre alla specializzazione nel comparto aeronautico, anche l’essere residenti in Puglia?».

Eliseo Zanzarelli

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