«Il dipendente del Comune sciolto per mafia non truccò il censimento», e il giudice lo assolve con formula piena
Assoluzione piena con la formula “perché il fatto non sussiste” per Cosimo Puricella, responsabile dell’Ufficio Censimento del Comune di Cellino San Marco: questi era finito a giudizio per difendersi da un’accusa di abuso d’ufficio – per aver truccato nel 2012 la selezione dei rilevatori esterni del 15esimo censimento della popolazione – ipotizzata dalla Procura a seguito dell’esposto presentato da Simona Cesano, una concorrente esclusa dalla selezione dei censori. Quest’ultima lamentava il mancato rispetto dei criteri selettivi indicati nella circolare esplicativa diramata dall’Istat.
Secondo la pubblica accusa, sostenuta dal pubblico ministero Antonio Costantini, il Puricella avrebbe illegittimamente incaricato della selezione dei rilevatori una società di lavoro interinale (la OpenJobMETIS Spa) al fine di garantire la selezione di soggetti legati agli amministratori del posto da vincoli di parentela o amicizia.
All’esito dell’ istruttoria dibattimentale, nella quale è stato anche ascoltato come testimone della difesa l’ex sindaco del Comune di Cellino San Marco, Francesco Cascione, il Tribunale penale di Brindisi (presidente Cucchiara – a latere Scuzzarella e Almiento), accogliendo integralmente le tesi sostenute dagli avvocati difensori, Domenico Attanasi e Fabio Patarnello, ha invece ritenuto la piena legittimità dei comportamenti assunti dal dipendente comunale, la totale insussistenza della ipotesi di reato contestata e assolto l’imputato con la formula piena del perché il fatto non sussiste.
Il pm aveva invece richiesto una condanna alla pena di mesi nove di reclusione. Le motivazioni sono state riservate nel termine di novanta giorni.
