Quattro giare di quelle un tempo impiegate dai contadini per conservare olio, vino e anche cibi solidi sono sparite da un’abitazione rurale di proprietà di un operaio di Torre Santa Susanna. M.F. – queste le sue iniziali – aveva ricevuto quelli che in dialetto locale vengono definiti “capasoni” in eredità dai propri genitori. Il valore complessivo del furto ammonterebbe a circa 2mila euro: una cifra di sicuro inferiore al valore affettivo, ma non trascurabile. Forse in pochi ne sono a conoscenza, ma quei grandi recipienti, che oggi non sono neppure più prodotti, perlomeno con le stesse modalità e per gli stessi scopi del tempo che fu, hanno acquistato dignità e conseguenti stime di oggetti d’epoca sempre più rari. Se prima possederli era prerogativa soprattutto delle famiglie dalle radici contadine, oggi non di rado si possono ammirare le “zirre” (altro nome con cui si indicano questi oggetti) nei giardini delle famiglie benestanti, spesso impiegate come portafiori e piante, non solo al Sud ma anche nelle ville dell’Italia settentrionale. Sull’accaduto indagano i carabinieri della stazione di Torre, anche se pare non sia possibile stabilire con esattezza la data in cui i “capasoni” sono stati trafugati: il luogo in cui si trovavano non è frequentato quotidianamente.
Inventore di un rimedio anti-Xylella querelò consigliere regionale, slitta l’udienza predibattimentale: eccezione d’incompetenza
Se ne riparlerà il 9 maggio. Nel corso dell’udienza predibattimentale di ieri dinanzi al giudice unico Valerio Fracassi, la difesa del consigliere regionale Fabiano Amati