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Francavilla, le altre vittime dell’esplosione: “Avevo appena pagato la seconda rata dalla macchina. Ora è distrutta”

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Nella foto Saverio Candita. Ha riportato ustioni su tutto il corpo.

Spente le fiamme e svanito il fumo, restano ora le macerie, i danni, ma anche il dolore per una vita spezzata da un azzardo insensato e criminale, e l’angoscia, quell’inquietante e cinico sollievo, che fa balenare alla mente che sì, in fondo a perderci la vita è stato solo lui: lui, che assieme al presunto complice rimasto gravemente ferito Saverio Candita (nella foto in alto), per un errore di calcolo e troppa improvvisazione, ha ammazzato se stesso, mettendo a repentaglio la vita di altre decine di persone. Antonio Rizzo, o chi con lui – saranno le indagini a stabilire le precise responsabilità e complicità – credeva che la realtà fosse sovrapponobile alle scene viste nei film: dove un tizio cosparge di benzina un locale, accende un fiammifero, e si allontana piano mentre alle sue spalle l’incendio divampa. Nel mondo reale le cose non vanno affatto così. Se inzuppi un locale chiuso con 30 litri di benzina e ti attardi ad appiccare l’incendio, quel locale diventa in pochi minuti un enorme contenitore di gas, pronto ad deflagrare alla prima scintilla. Antonio Rizzo, mescolando a un piano criminale tanta superficialità, ha spezzato la sua vita a soli 28 anni, lasciando senza padre due bambini.

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E dei bambini erano presenti anche qualche piano più su, nella palazzina adiacente al negozio “Pinco Pallino” della sua convivente, che con quel suo ultimo gesto ha devastato. L’esplosione, probabilmente, non era in conto. Ma c’è stata: e i danni, anche alle abitazioni, è stato ingente. Alcune vetrate sono andate in frantumi, diverse auto sono state distrutte. Uno degli inquilini del palazzo sovrastante il locale racconta di aver sentito il boato appena chiusa la porta di casa. Lui e la sua famiglia erano appena rientrati a casa. Giù, nel garage, l’auto appena acquistata. Rate pagate: solo due. Ora è da buttare. Ma oltre ai danni restano i traumi, quella cicatrice nella memoria difficile da rimarginare, soprattutto negli animi fragili dei bambini. Quel messaggio chiaro che mai, mai si è al sicuro: nemmeno a casa con mamma e papà. Perché può sempre esserci lì, nel negozio di scarpe sotto casa, uno sconsiderato che per calcoli ancora da decifrare fa saltare tutto per aria. Rischiando di ammazzare anche te.

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