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Francavilla, nessuna assistenza all’asilo per Francesco affetto da una rara malattia. L’appello dei genitori

Il piccolo Francesco con la madre Daniela Catanzaro
Il piccolo Francesco con la madre Daniela Catanzaro

Francesco ha tre anni e mezzo. Frequenta l’asilo ogni mattina, e ogni mattina è attorniato da bambini della sua età: amiche e amici dei quali Francesco non conosce la voce, e con i quali non potrà mai parlare o giocare come dovrebbe. A differenza degli altri bambini Francesco è affetto da una malattia rarissima di cui s’ignora perfino il nome, un male che oltre a causargli una grave disabilità psichica, lo ha anche privato fin dalla nascita del dono della parola e dell’udito. Roba genetica insomma, e con i guasti genetici di mezzo la speranza è solo un inutile orpello da lasciare chiuso in un cassetto. I genitori di Francesco, Cosimo Schiavone e Daniela Catanzaro, proprietari di un negozio di frutta e verdura del centro, ora chiedono che almeno i loro diritti, e quelli del loro bambino, siano rispettati. Francesco, nonostante gli sia stata riconosciuta una disabilità del 100 percento, non ha ancora un’assistente all’asilo.

Dovrebbe averne una al suo fianco per 5 ore ogni mattina, che si prenda cura di lui, che lo aiuti nelle attività che non può compiere da solo: dal bere, al mangiare, al resto. Non ce l’ha: ma gli spetta. “Gli uffici dell’Ambito territoriale sociale di Francavilla Fontana avrebbero dovuto mettere a disposizione un’assistente per Francesco già da 40 giorni – spiega Daniela Catanzaro – ma ancora non c’è. Mi hanno detto che un’assistente da 5 ore non sarà possibile averla, al massimo da 3 ore: ok mi accontento, ma almeno quella devono darcela”.
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Al momento Francesco è stato aiutato dalle maestre, dall’insegnante di sostegno, dal preside, c’è perfino un’altra assistente che ha dovuto sottrarre del tempo ad altri bambini per lui: ma i genitori del piccolo non vogliono che le cose vadano in questo modo: “Non è giusto che altri debbano sacrificarsi per noi, quando abbiamo un diritto che ci spetta. Per quest’ultima settimana è stata trovata una supplente, ma mio figlio non può saltare da una supplente a un’altra, perché di volta in volta si affeziona alle persone, si lega, e poi le vede scomparire. Non posso aggiungere ai problemi di mio figlio anche la sindrome dell’abbandono”. Daniela e Cosimo Schiavone, ancora oggi, devono fare i salti mortali per non far mancare nulla al loro bambino, e le cure, i trattamenti, li stanno costringendo a dare fondo a ogni risparmio. Sapere che qualcun altro, una professionista del campo, si occupi di Francesco almeno nelle ore mattutine, soprattutto a pranzo, li aiuterebbe a lavorare con maggiore serenità, e a tenere aperta l’attività qualche ora in più ogni settimana. E’ una questione di buon senso, ma anche di diritto. Francesco e i suoi genitori hanno bisogno di quell’aiuto che già spetta loro. Almeno la burocrazia gli risparmi ulteriori sofferenze.

Emilio Mola

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