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Defibrillatori, nella scuola del 17enne morto c’era già: ma non è stato utilizzato prima dell’arrivo del 118

La scuola Monnet di Ostuni, nel riquadro lo studente scomparso Nicola Convertino
La scuola Monnet di Ostuni, nel riquadro lo studente scomparso Nicola Convertino

Il presidente della Provincia di Brindisi Maurizio Bruno ha assicurato che dopo la tragedia avvenuta a Ostuni, dove uno studente di soli 17 anni è morto a scuola per un improvviso attacco cardiaco, ogni istituto superiore brindisino dev’essere munito di defibrillatori e di operatori capaci di utilizzarlo. Eppure all’istituto commerciale Monnet, dove Nicola Convertini, durante l’ora di educazione fisica, è morto, il defibrillatore e l’operatore istruito al suo utilizzo, c’erano già. Da due anni.

L'ex presidente della Provincia Massimo Ferrarese consegna i defibrillatori alle scuole
L’ex presidente della Provincia Massimo Ferrarese consegna i defibrillatori alle scuole

A consegnare il salva vita, il 18 ottobre del 2012, fu il predecessore di Maurizio Bruno in via De Leo: l’ex presidente della Provincia Massimo Ferrarese, che acquistò l’intero lotto tagliando le indennità a sè e alla sua giunta. Quel giorno, come promeso, Ferrarese consegnò un primo lotto di defibrillatori alla presenza di giornalisti, assessori e protezione civile, a 12 scuole superiori del territorio, rappresentate per l’occasione dal dirigente dell’ufficio scolastico provinciale Francesco Capobianco. Fra queste, appunto, la “Monnet” di Ostuni.

La decisione non arrivò all’indomani di una tragedia, ma fu dettata da semplice buon senso e dal desiderio di prevenirle. Nell’occasione Ferrarese annunciò anche l’avvio di corsi di formazione, in collaborazione col 118, finalizzati a istruire uomini o donne del personale scolastico all’utilizzo degli importanti macchinari salvavita. E così fu. Eppure, nonostante tutto questo, lo studente di Ostuni non ce l’ha fatta. Stando a quanto emerso dalle indagini incardinate dal commisariato di Ostuni, diretto dal vice questore Francesco Angiuli, il defibrillatore non fu utilizzato prima dell’arrivo del 118. C’era, ben indicato da una freccia blu. E l’operatore formato al suo utilizzo anche. Ma il dispositivo è stato solo portato accanto al ragazzo privo di sensi. A utilizzarlo sono stati i soccorritori del 118 giunti dopo la chiamata, ma senza riuscire a salvare lo studente.

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