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Gambizzato mentre difende lo studio notarile in cui lavora da una rapina. Licenziato per troppe assenze

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Rischiò la vita per mettere in fuga il bandito che quella mattina fece irruzione nello studio notarile presso cui lavorava. Senza troppo badare alla propria incolumità ingaggiò una violenta colluttazione con uno dei rapinatori armati. Il quale, una volta liberatosi dalla morsa, puntò la pistola contro di lui e senza esitazione fece pressione sul grilletto. Il colpo lo centrò in piena gamba, mandandogli in frantumi parte del femore. Ora, a distanza di due anni da quell’episodio in cui eroismo e incoscienza si mescolarono lungo il loro labile e frastagliato confine, il coraggioso professionista, avvocato 49enne della provincia di Brindisi, è stato licenziato da quello stesso studio notarile che aveva difeso – letteralmente – col sangue.

La lettera gli è stata consegnata martedì, quando già un altro professionista aveva preso il suo posto. Ma lui non ne sapeva niente. La motivazione? Troppe assenze dal posto di lavoro. Lui, che su quella scrivania aveva trascorso gli ultimi 7 anni della sua vita. Sette anni culminati a mezzogiorno del 12 aprile del 2013 quando un uomo armato di pistola e col volto coperto da un passamontagna irruppe nello studio. L’epilogo è stato già raccontato.

Trasportato d’urgenza in ospedale iniziò da quel momento per il 49enne avvocato brindisino un calvario durato mesi, anni, costellato di interventi chirurgici, sofferenze e lunghe riabilitazioni. Troppo lunghe secondo i suoi datori di lavoro che, preso atto di un’assenza per malattia protrattasi da agosto a febbraio, hanno deciso di licenziarlo per giusta causa e sostituirlo con un altro professionista. “Con significativo rincrescimento” però, o almeno così si legge nella lettera. L’avvocato si è ora rivolto a due colleghi per far valere le proprie ragioni, dal momento che sì, l’assenza per malattia è stata lunga, ma necessaria dal momento che 5 giorni la settimana era costretto a recarsi in un centro di fisioterapia.

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