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Xylella: operazioni ancora in stand-by, ma chi ci guadagnerà dal piano di eradicazione?

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ulivo puglia salento

Sono tanti, a vario titolo, gli “eroi” di questa battaglia per difendere gli ulivi dall’abbattimento, due però spiccano su tutti: sono gli avvocati Giovanni e Guido Pesce, novelli Davide che sabato hanno sconfitto – seppure temporaneamente – Golia, il Golia del potere o presunto tale che tenta di strappare loro i “gioielli di famiglia”. Neanche ne traggono profitto da quel terreno con 100 alberi, condotto da altri, ma ugualmente: giù le mani da quegli alberi. E il Tar ha dato loro ragione, almeno per il momento. Al diavolo l’invadenza della Forestale e le soluzioni per le vie spicce di Europa e Regione, di Regione ed Europa, a seconda dei punti di vista: siccome la questione è controversa, allora la si affronti dinanzi ai giudici. Questa la tesi, anzi: l’extrema ratio.

Intanto, prendere tempo. Quel tempo che servirà forse a capire, a differenza di quanto fatto negli ultimi anni, se davvero l’eradicazione sia l’unica soluzione al cospetto di quello spauracchio chiamato “Xylella fastidiosa”. Perché questo batterio-killer balzato all’improvviso agli onori delle cronache, neanche fosse un ex Vip ospite dell’Isola dei famosi, non è nato certo ieri né ieri l’altro. Se ne ha traccia sin dall’annus Domini 2008 e – stando sempre alle ricostruzioni dei legali – la Regione ne è a conoscenza dal 2013.

Sette anni sono tanti o almeno sufficienti per predisporre un piano ordinario, senza giungere a quello straordinario in atto, di fronte a una patologia della flora che è stata prospettata come un’emergenza fitosanitaria da dentro o fuori, da si salvi chi può.

La questione, al di là di ogni banalizzazione, è talmente complessa da avere addirittura innescato un’inchiesta della magistratura, finalmente dibattiti spesso seri tra esperti o sedicenti tali del settore e persino uno stanziamento di quasi 14 milioni di euro pubblici pronti a essere spesi per tagliare la testa al toro. O, meglio, le radici agli ulivi appestati.

Tuttavia, quando una questione è complessa, significa che non tutto è chiaro, definito e che dunque molte cose abbisognano, avrebbero abbisognato di approfondimento.
L’eradicazione è davvero l’unica soluzione o soltanto quella più semplice, più immediata per togliersi il problema di torno? Si è forse di fronte al più classico caso del “punirne uno (migliaia e migliaia) per educarne cento (milioni)? Chissà.

Sta di fatto che, come spesso in Italia accade, l’impressione è che si sia arrivati tardi a porsi il problema, a studiarne i rimedi, fermandosi al primo. Eppure, in pieno focolaio, ulivi sono guariti e già oggi sfoggiano, in tutta la loro rigogliosità, una chioma nuovamente verde dopo l’alopecia marroncina che li aveva colpiti. Ciononostante, il piano di ghettizzazione ed eliminazione non ammette eccezioni: morte a Sansone e a tutti i filistei, laddove Sansone è nientemeno la Puglia che decide di rinunciare a una parte importante di sé – il Salento – per salvarne forse altre e compiacere l’Europa o chi per essa. Un harakiri in piena regola, insomma. Ma alla fine, individuati i tanti che ci perdono, chi veramente ci guadagnerà?

E.Z.

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