Giornata di Resistenza per gli ulivi: quattro gatti in piazza, Oria assente ingiustificata – FOTO

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“Contadini di Oria, dove siete?”. Silenzio. Non silenzio-assenso, proprio silenzio-assenza. Quel mutismo che fa pensare a una sola cosa: al disinteresse. Quaranta persone circa, ieri, in una piazza Lorch che avrebbe potuto ospitarne migliaia, se solo quelle migliaia si fossero mostrate interessate all’argomento. No, non si parlava mica di chissà quale cosa astratta o astrusa, ieri pomeriggio, nell’agorà più ampia del posto. Si parlava di Xylella, ulivi ed eradicazioni.

Quelli di “Spazi Popolari – Salviamo gli ulivi” sono arrivati dal Salento, quello vero, per esporre le ragioni documentate del “no” ed eventualmente per ascoltarne anche di contrarie, magari a favore degli abbattimenti. Ma nulla. O quasi. Ad accoglierli, quelli del presidio spontaneo autoctono e poca altra gente, perlopiù curiosi. Alla fine, i forestieri erano in maggioranza. Nel giorno della Liberazione, un giorno festivo, a discutere di Resistenza. Resistenza dinanzi a una più che probabile e sempre più imminente strage della flora, dell’agricoltura, del paesaggio e della stessa cultura agricola, strage non si sa bene quanto necessaria.

L’associazione Spazi Popolari ce l’ha messa tutta sin da quando, ormai più di un mese addietro, la Forestale e l’Arif, al comando del commissario straordinario per l’emergenza Xylella, Giuseppe Silletti, hanno cominciato a fare capolino nelle contrade Frascata e Fratascone, quelle del famigerato focolaio ospite del batterio-killer.

Solo che, purtroppo, in piazza come nelle campagne, gli ambientalisti si sono ritrovati a fare i conti con le assenze: né sostegno né contrasto. Né infamia né lode, nessuna partigianeria nella giornata per antonomasia dedicata ai partigiani.

Così, quella che avrebbe dovuto rappresentare una grande manifestazione di piazza si è ben presto trasformata in una sorta di monumento al menefreghismo. Tanto che a un certo punto chi, per esserci e sensibilizzare, ha macinato chilometri e chilometri, si è chiesto e ha chiesto ad alta voce: “Contadini di Oria, dove siete?”. Dall’altra parte: silenzio.

In piazza una sorta di “vuoto biologico” ad anticipare quello che il Piano emergenziale contempla per le campagne “appestate”.

Non c’era nemmeno un politico, ieri, perlomeno a presenziare. Eppure tra un mese circa ad Oria si dovranno eleggere nuovi sindaco e Consiglio comunale. Non si trattava, in fondo, di appoggiare qualcuno o qualcosa, soltanto di ascoltare ed eventualmente dire la propria: contro o a favore. Ma, cosa più grave, ieri non c’erano neanche tutti – ma soltanto qualcuno – i proprietari dei terreni interessati dalle decapitazioni di monumenti naturali fin qui capaci di attraversare i secoli, e di guarire dalle malattie, prima che qualcuno fissasse nel 2015 il loro fine-vita.

Oria, insomma, non è Veglie – dove gli attivisti sono riusciti ad opporsi alle motoseghe, imponendo una riunione blindatissima del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica – e non è il Salento, schieratosi compatto a difesa degli ulivi.

Difficile dare una spiegazione dinanzi a cotanta ignavia – perché di questo si tratta, spesso peraltro a causa della disinformazione sul tema: nel dubbio, meglio non prendere posizione – mentre a pochi chilometri di distanza, in quel di Manduria, appena una settimana fa, una folla oceanica aveva invaso piazza Garibaldi per ribadire il proprio “no” allo scarico a mare nelle acque limpide del Mar Jonio.

Se questo, se questa è Oria, ha ragione chi, prendendo spunto dall’aggettivo che accompagna il sostantivo Xylella, ha coniato lo slogan e creato la pagina facebook “Di fastidiosa c’è solo l’indifferenza”.

Si tratta di due informatici (di Oria), Luigi Candita e Mattia Mazzuti, i quali hanno ideato un’app per smartphone e tablet grazie alla quale tenere costantemente sotto controllo gli ulivi a rischio nell’area del focolaio: se un albero sarà abbattuto, partirà la notifica.

Sembra però – strano a dirsi – che il loro progetto, ancora in fase embrionale, interessi più fuori che nel posto in cui vivono e lavorano. Ma forse, parlando di Oria, non c’è da stupirsene poi così tanto. Un noto detto locale, una sorta di elogio dell’egoismo, recita così: “Piriddu piriddu ognunu pensa pi iddu”.

Eliseo Zanzarelli

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