Animi a tratti surriscaldati, questa mattina, tra le mura del liceo classico Vincenzo Lilla di Francavilla Fontana fra gli studenti che non hanno aderito allo sciopero contro la riforma della scuola targata Matteo Renzi, e il personale dell’istituto. Gli attriti sono sorti quando i liceali entrati a scuola, resisi conto dell’assenza di tutti gli insegnanti (l’adesione alla protesta dei docenti del Classico a Francavilla è stata totale), hanno chiesto di poter uscire. Restare a scuola fino alle 13, e in alcuni casi fino alle 14, per molti studenti sarebbe stata un’inutile perdita di tempo. Ma quando hanno avanzato la proposta, si sono sentiti rispondere in un primo momento di no.
La dirigente scolastica, professoressa Giovanna Carla Spagnolo, e gli altri dipendenti dell’istituto hanno spiegato le proprie ragioni, guadagnandosi però i musi lunghi, le proteste e perfino i tentativi di fuga da parte di alcuni allievi. Stando a quanto appreso, alcuni ragazzi, per nulla intenzionati a svernare in classe senza lezioni e nulla da fare, avrebbero cercato di guadagnare il ritorno anticipato a casa sfruttando le finestre del piano terra. A quel punto, prima che l’uscita anzitempo fosse autorizzata, sarebbero state chiuse a chiave le porte per fare l’appello e capire se effettivamente qualcuno se ne fosse andato.
La questione – giova sottolinearlo – è scaturita dallo sciopero degli insegnanti, i quali hanno comunicato la propria adesione volontaria alla protesta soltanto nella giornata di oggi. Così che la scuola non ha potuto organizzarsi per tempo e programmare, magari anche solo un giorno prima, la modifica degli orari di uscita.
La disputa alla fine si è risolta con il “libera tutti”. Attorno alle 11 e 30, dopo la ricreazione, la preside ha concesso agli studenti la possibilità di andare via. Se quanto accaduto avrà risvolti nei prossimi giorni, non è al momento dato saperlo.
Da sottolineare come, a differenza degli altri compagni che in massa hanno fruito del permesso, gli studenti della V C siano rimasti in classe, riuniti in assemblea a discutere per l’appunto della riforma della scuola da parte del governo nazionale: «Saremmo dovuti uscire alle 13 – hanno detto – e resteremo a scuola fino alle 13». Quindi si sono chiusi dietro l’uscio che affaccia sul corridoio cominciando la loro personalissima autogestione.
Propaganda elettorale. Committente responsabile: il candidato[/caption