Il consigliere comunale non oltraggiò il comandante della polizia locale Emilio Dell’Aquila: Antonio Farina, all’epoca nelle assise in quota Impegno sociale, è stato assolto perché il fatto non sussiste dal giudice monocratico Geneantonio Chiarelli del Tribunale di Brindisi. In precedenza il capo dei vigili urbani era stato assolto con rito abbreviato dall’accusa di calunnia. Prima delle sentenza, tra le parti c’era stato un accordo per la remissione di querela, poi non andata in porto per l’impossibilità materiale di procedere da parte di Dell’Aquila. Il magistrato ha però portato subito a sentenza il processo, senza che vi fosse il tempo per un accordo.
Si attendono ancora le motivazioni della sentenza, ma la vicenda è ormai nota ai più: era il primo pomeriggio del 4 settembre 2012 quando, prima che cominciasse una seduta delle assise, Farina, assistito a processo dall’avvocato Franco Fistestti, e Dell’Aquila, assistito dall’avvocato Carlo Caniglia, ebbero un acceso diverbio, poi degenerato, proprio nel piazzale del municipio. In particolare, Farina attendeva nei pressi del comando della polizia urbana quando, a un certo punto, giunse lì Dell’Aquila in sella al suo scooterone.
Quest’ultimo avrebbe intimato al primo di spostarsi perché avrebbe dovuto parcheggiare proprio in quel punto, ma Farina si oppose e fece presente al comandante come il piazzale del Comune fosse interdetto al traffico (questa, almeno, la versione emersa in giudizio). Ne nacque, appunto, uno screzio e tra i due volarono parole anche grosse, tanto che se non si passò poi alle vie di fatto, lo si dovette all’intervento di alcuni altri consiglieri comunali, in primis Giancalo Marinò, i quali divisero i contendenti. Tra i due, Farina e Dell’Aquila, già non correva buon sangue a causa di precedenti dissidi personali.
Quella stessa sera poi Dell’Aquila sporse querela accusando Farina di minaccia e violenza a pubblico ufficiale.
Questa la tesi sostenuta anche a processo dal comandante: «(Farina) era seduto sul davanzale della finestra corrispondente ai predetti uffici di PM con i piedi che si alternavano poggiati sul muro sottostante imbrattandolo. Atteso che non appariva decoroso e dignitoso per l’immagine di questi Uffici Pubblici e della PA il comportamento assunto da detto cittadino/consigliere comunale, invitavo garbatamente lo stesso ad alzarsi dal davanzale e liberare la finestra di questi uffici di PM evitando anche di sporcare la facciata del muro». Di qui la denuncia per minaccia e violenza.
Alla fine, Farina fu citato direttamente a giudizio dal sostituto procuratore Nicolangelo Ghizzardi, ma non per minaccia e violenza, bensì per oltraggio a pubblico ufficiale. Oggi però è arrivato questo verdetto di assoluzione piena: nessun oltraggio da parte sua, stando alla pronuncia del giudice.
Ora non resta che capire quali saranno, se ce ne saranno, le contromosse dei diretti interessati, ciascuno convinto delle proprie ragioni.