“Poichè tra gli imputati proprietari del Castello (i coniugi Giuseppe Romanin e Isabella Caliandro, ndr) e il pubblico ministero Antonio Costantini è stato raggiunto un accordo per l’applicazione di una pena sospesa di anni uno di reclusione per ciascuno” il Castello di Oria è stato dissequestrato e restituito agli aventi diritto “onde eseguire, sotto il costante controllo della competente Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Lecce le opere di riduzione in pristino oggetto di contestazione, ove gli stessi non siano suscettibili di sanatoria”.
Queste le motivazioni del dissequestro (poichè l’immobile non è soggetto a confisca) disposto il 3 luglio scorso dal Gip Maurizio Saso. Il patteggiamento ha riguardato tutti i capi di imputazione tra cui i lavori di ristrutturazione e riqualificazione abusivi e la destinazione dell’immobile a uso commerciale, incompatibile con il carattere storico ed artistico dell’immobile e pregiudizievole per la sua conservazione o integrità.
Ora i proprietari dovranno accollarsi gli oneri per le opere di riduzione in pristino delle opere abusive e di risanamento per il degrado dovuto al lungo periodo di sequestro del Castello dal 6 ottobre 2011, e che sembrano ammontare a circa un milione di euro.