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Oria, la precisazione: “I lecci di piazza Lorch devono morire, bisogna solo capire come”

Al mio negozio new luglio 2015

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Franco Arpa
Franco Arpa

Si riceve e pubblica da Franco Arpa la seguente nota sulla questione degli alberi di leccio della nuova piazza Lorch a Oria: “Con questo post intendo rivolgere una preghiera agli amici responsabili de Lo Strillone affinché con un nuovo articolo (dopo aver opportunamente sentito il sindaco Ferretti) chiariscano ai propri lettori che forse il senso del comunicato stampa di ieri 14 c.m., dell’amministrazione comunale, relativo agli alberi di leccio in piazza Lorch, non era quello di manifestare pubblicamente la volontà di impedire l’espianto e reimpianto in altro sito comunale di dette piante in questo periodo, rinviandolo al prossimo autunno.

 

 

Ciò semplicemente per il fatto che sarebbe assurda una simile decisione in considerazione del fatto che se i lavori non terminano perentoriamente entro tre mesi (15 ottobre), oltre all’immaginabile disagio alla viabilità ed ai commercianti della zona, salterà il finanziamento pubblico e il Comune dovrebbe pagare con soldi dei cittadini l’intero importo di circa 900mila euro.

 

 

Essendo lo scrivente a conoscenza di molti particolari relativi alla vicenda, posso affermare che il sindaco ha voluto informare la città che per errori commessi da altri vedremo morire detti lecci in uno dei seguenti modi: – A)- come da progetto: trapiantarli altrove in questo periodo per vederli morire nel giro di pochi giorni; B)- tagliarli sul posto per farne legna da ardere e risparmiare un bel po’ di soldi per tutte le operazioni INUTILI di espianto, zollatura, trasporto, reimpianto in altro sito, innaffiature, etc.

 

 

Ovviamente l’opzione A)- è quella più semplice burocraticamente in quanto non comporterebbe alcuna variante al progetto, mentre l’opzione B)- sarebbe frutto di quella diligenza da buon padre di famiglia che dovrebbe caratterizzare ogni pubblico amministratore, in quanto consentirebbe un risparmio di soldi pubblici. Questo in sintesi.

Discorso a parte andrebbe fatto circa il silenzio assordante da parte delle associazioni ambientaliste locali.

 

 

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