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Oria, piazza Lorch: “Nessuno stop ai lavori, ma bisogna fare in fretta per non perdere il finanziamento”

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Non c’è e non ci sarà alcuno stop ai lavori di rifacimento di piazza Lorch, a Oria, dopo il ritrovamento nei giorni della necropoli messapica. Lo assicurano fonti vicine alla direzione dei lavori e alla Soprintendenza che, per il momento, ha chiesto all’impresa appaltatrice “Cobar Spa” soltanto tre operai a supporto degli scavi sotto la responsabilità dell’equipe di archeologi diretta da Christian Napolitano.
Quindici giorni lavorativi, quindi tre settimane, per portare a termine gli scavi, poi la palla passerà alla funzionaria della Soprintendenza ai Beni archeologici e paesaggistici di Taranto, architetto Assunta Cocchiaro, la quale invierà una relazione al soprintendente, dottor Luigi La Rocca. Quest’ultimo potrà prendere fino a 30 giorni di tempo prima di formulare le sue considerazione e inviarle a chi di competenza. Nello specifico, direzione Rup, direzione dei lavori, Utc e sindaco di Oria.

Se l’ok del Consiglio comunale alla variante in corso d’opera arriverà già lunedì prossimo nel corso del Consiglio comunale monotematico convocato dal presidente Glauco Caniglia, dopo le richieste del primo cittadino Cosimo Ferretti e di cinque su sei consiglieri d’opposizione, potrebbe non corrersi neppure il rischio di sforare il termine perentorio del 31 ottobre, pena la perdita del finanziamento, per la consegna della nuova agorà di “San Domenico”.
In sostanza, se le assise dicono “sì” alla variante già lunedì 7 settembre (prima convocazione alle 18), il progettino di modifica potrebbe giungere in Regione già martedì 8 settembre. Ma in cosa consiste? Per farla breve, nell’eliminazione della sala conferenze, corrispondente all’area nella quale è stato fatto l’importante rinvenimento archeologico, e grazie alle relative economie realizzare un piccolo parco – munito di balaustra, protezioni e cartelli esplicativi – capace di valorizzare la scoperta.

Un rinvenimento che la stessa Soprintendenza aveva già paventato lo scorso anno – nota del 15 maggio 2014 – avvertendo il Comune di San Pancrazio Salentino, capofila del progetto, che per quanto concerneva Oria sarebbe stato opportuno già all’epoca predisporre un’alternativa in caso di ritrovamenti archeologici nel corso dello sbancamento di porzioni di roccia nell’area Est della piazza. Una nota, quella, che l’ex sindaco e l’ex amministrazione Pomarico avrebbero dovuto o potuto conoscere.

Ora, invece, si cerca di accelerare quanto più possibile per non dover accollarsi i rischi di lasciare sospesi i lavori o, forse peggio, dopo aver perso il finanziamento, di doverne accollare la quota parte sulle casse già esangui del Comune di Oria. Si parlerà di questo e anche di aspetti meno urgenti nel corso delle assise in programma lunedì sera, con un timore: qualunque altra eventuale profonda modifica – tipo l’eliminazione del muro all’imbocco di via Torre Santa Susanna – potrebbe far emergere altre testimonianze del passato. Come sempre, da un lato sarebbe auspicabile; dall’altro, decisamente no per evitare ulteriori, ma necessari, intoppi burocratici. Quando emerge un vincolo, infatti, non c’è volontà locale che tenga: comandano Ministero e, di rimando, Soprintendenza.

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