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Oria, ok del Consiglio: variante al progetto per la necropoli in piazza Lorch

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Una cosa sembra certa: del progetto originario, alla fine, resterà ben poco. Piazza Lorch, che era ridotta male, cambierà, ma alla luce di modifiche in corso d’opera e ritrovamenti archeologici – sarebbero finora otto le tombe emerse dal sottosuolo – non è al momento possibile immaginare come sarà. Sta di fatto che, nella tarda serata di ieri, il Consiglio comunale di Oria ha deliberato da una parte d’impegnare sindaco e giunta a tutelare ogni area archeologica presente sul territorio, dall’altra ha chiesto ai tecnici e alla Soprintendenza per i Beni archeologici di Taranto di adottare, ciascuno per la parte di propria competenza, una “variante al progetto originario per far sì che l’area archeologica venga opportunamente valorizzata, messa in sicurezza e venga resa fruibile al pubblico, fermo restando il coinvolgimento preventivo dell’amministrazione comunale nella valutazione del progetto di variante”.

L’obiettivo dichiarato del primo cittadino Cosimo Ferretti e dei suoi era fare in fretta per non dover rischiare la perdita del finanziamento – consegna lavori entro il 31 ottobre – che concerne anche i Comuni di San Pancrazio Salentino e Latiano, tanto che la richiesta di assise monotematiche presentata dalla Coalizione per il Cambiamento (Cambiamo Storia, Oria è, Insieme per Oria, Legalità e Sviluppo per Oria) più Ncd è stata evasa dall’oggi al domani e accorpata a un’altra richiesta di Consiglio avanzata dallo stesso sindaco alla luce delle scoperte archeologiche.

Com’era ampiamente prevedibile, non sono mancate le polemiche. I consiglieri comunali Angelo Mazza (Cambiamo Storia) e Tommaso Carone (Oria è) hanno espresso voto contrario, mentre Maria Lucia Carone (candidato sindaco della medesima coalizione) si è astenuta, assente Antonio Proto (Insieme per Oria). In sostanza, secondo Mazza e Tommaso Carone andrebbe rispettato quanto più possibile il progetto esecutivo per non sottrarre alla più grande agorà cittadina ampie porzioni di calpestio, stravolgendone così la sua stessa funzione sociale. Alla soluzione gradita alla maggioranza, per la quale la necropoli andrebbe lasciata a vista, ne hanno proposto una alternativa: rendere sì visibili le tombe, ma al limite attraverso un cristallo calpestabile. Soluzione tecnica, questa, che – a quanto pare – non poteva essere proposta in sede di Consiglio.

Ma c’è dell’altro: agli stessi consiglieri non piacciono alcune modifiche rispetto al progetto originario apportate in corso d’opera dalla direzione dei lavori come, ad esempio, la scalinata che conduce al sagrato della chiesa di San Domenico e una scala realizzata nei pressi della parete laterale. Inoltre, sempre in tema di modifiche, secondo la Coalizione per il Cambiamento l’occasione dei lavori di rifacimento sarebbe quella giusta per eliminare l’imbuto stradale di via Torre Santa Susanna.

Questioni cui ieri si è però soltanto accennato, poiché il nòcciolo del discorso era rappresentato, per l’appunto, dagli scavi archeologici in corso – la Soprintendenza ha chiesto alla ditta “Cobar Spa” tre operai e 15 giorni di tempo per ultimarli – e dal rischio di rallentamento e sospensione dei lavori, che per adesso procedono in altre aree rispetto a quella dei ritrovamenti.

Quest’ultima si estende nella zona in cui, da progetto, era prevista la realizzazione di una sala congressi (circa 100 metri quadri) ricavata direttamente nella roccia, di un ascensore per le persone diversamente abili e dei servizi igienici pubblici. Opere, queste, che sono ora tutte a rischio a causa dei rinvenimenti al vaglio della Soprintendenza.

La strada più semplice da seguire ad avviso della maggioranza è invece quella di elaborare urgentemente una variante che da una parte consenta di procedere speditamente con i lavori, dall’altro possa scongiurare contrasti con la Soprintendenza per quanto concerne la valorizzazione dei reperti. Bersaglio centrato, secondo Ferretti e i suoi consiglieri, entusiasti di una scelta tanto rapida quanto, a loro avviso, importante sia in termini economici – chi se lo accollerebbe, in caso di ritardo, il finanziamento? – che urbanistici, ma soprattutto di valorizzazione.

La sostanza di quanto statuito ieri con i soli voti della maggioranza (oltre a quello, ormai organico, del consigliere Pd Claudio Zanzarelli) è, infatti, la preminenza accordata dall’attuale amministrazione all’archeologia. È scritto a chiare lettere nelle considerazioni della delibera: «[…] si ritiene che non si possano distruggere i resti del  glorioso passato, degli antichi insediamenti costruiti e vissuti dalle precedenti comunità nel corso del tempo, sacrificandoli sull’altare di un’opera moderna di dubbia utilità (come già accaduto  alla necropoli rinvenuta nell’area del Palazzo della Missione, di proprietà della Curia, distrutta nel 2002 per far spazio ad un campo di calcetto), bensì occorre conservarne i resti seguendo il principio del rispetto dell’identità storica della comunità». Ultima nota di colore: dopo il suo intervento, l’ex sindaco Cosimo Pomarico (Ncd), sotto la cui amministrazione era stato approvato il progetto e tra i firmatari della richiesta di Consiglio monotematico, ha abbandonato l’aula e non ha dunque neppure votato.

Qui di seguito il testo integrale del documento approvato ieri sera intorno alle 23:

 

IL CONSIGIO COMUNALE

PREMESSO CHE:

– in piazza Lorch sono in atto lavori di riqualificazione finanziati nell’ambito del P.O. FESR 2007-2013 – ASSE VII Azione 7.2.1 “LAVORI DI RIGENERAZIONE TERRITORIALE DELLA AGGREGAZIONE COMUNI DI: Latiano, Oria e San Pancrazio Salentino – LOTTO B – ,

– con una nota del 15 maggio 2014, la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto comunicava al RUP architetto Cosimo STRIDI che, nonostante sia noto che le testimonianze archeologiche di età messapica siano state attestate lungo tutta la superficie urbanizzata, «…sulla base dei limitati dati archeologici disponibili…» per l’area interessata dai lavori (Piazza Lorch) non riteneva di dover applicare gli artt. 95 e 96 del D.lgs. 163/06 (Verifica preventiva dell’interesse archeologico). Tuttavia la stessa Soprintendenza richiedeva il «controllo archeologico continuativo» dei lavori di movimento terra previsti dal progetto, con lo scopo di prevenire danni agli eventuali resti archeologici rinvenuti. Nella stessa nota veniva specificato, inoltre, che nei settori di cantiere interessati da eventuali rinvenimenti archeologici, i lavori avrebbero dovuto essere sospesi per consentire gli opportuni approfondimenti d’indagine da parte degli studiosi e che si faceva riserva di chiedere varianti al progetto originario per la salvaguardia e tutela dei resti archeologici che dovessero venire in luce nel corso dei lavori;

– con nota datata 3 c.m., la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto comunicava al RUP, alla Direzione dei lavori e per conoscenza al Sindaco di Oria che durante i lavori di movimento terra utili alla realizzazione di un locale polifunzionale sottostante il piano pavimentale di Piazza Lorch, sulla superficie del substrato geologico calcareo erano emerse due strutture tombali a semicamera interamente conservate accanto ad almeno altre tre strutture tombali di età ellenistica (IV-III secolo avanti Cristo), demolite nel corso di lavori eseguiti durante il XX secolo, e che, pertanto, a seguito di opportuno sopralluogo effettuato dalla Dott.ssa Assunta Cocchiaro, valutata la possibilità di ulteriori rinvenimenti lungo il piano di roccia circostante le strutture tombali, si rendeva necessario sottoporre detto settore del cantiere a scavo archeologico stratigrafico, preventivando un periodo di indagine di circa 15 giorni lavorativi;

– la Soprintendenza, con la suddetta nota del 3 c.m., ribadendo quanto già evidenziato nella nota n. 6016 del 15.5.2014 (che si allega), chiede di valutare subito possibili varianti del progetto originario per la salvaguardia e tutela dell’area archeologica in argomento;

CONSIDERATO CHE:

–         anche alla luce di una scoperta di tale rilevanza, si ritiene che non si possano distruggere i resti del  glorioso passato, degli antichi insediamenti costruiti e vissuti dalle precedenti comunità nel corso del tempo, sacrificandoli sull’altare di un opera moderna di dubbia utilità (come già accaduto  alla necropoli rinvenuta nell’area del Palazzo della Missione, di proprietà della Curia, distrutta nel 2002 per far spazio ad un campo di calcetto), bensì occorre conservarne i resti seguendo il principio del rispetto dell’identità storica della comunità;

–         è fondamentale preservare quella che rappresenta una vera e propria “finestra” sul passato storico e geomorfologico di Oria. Infatti, il complesso archeologico, con le tombe messapiche e le altre tracce antropiche emerse in seguito alle indagini archeologiche, è visibile dall’alto di Piazza Lorch e da via Torre Santa Susanna e potrà essere inserito, a breve, in un Parco Archeologico Urbano unico in tutta la Piana Brindisina, con un itinerario che, partendo dal centro visite allestito presso il Parco Archeologico di via Erodoto, si diramerebbe verso un numero incredibile di punti di interesse, quali: Parco Montalbano (dove nel corso dei lavori di riqualificazione sono emersi i resti della Oria messapica e medievale che rimarranno visibili all’interno di un complesso archeologico-naturalistico di enorme valore e bellezza); il complesso archeologico di Piazza Cattedrale (ex Centro di Documentazione Messapica); il Museo Archeologico di Oria e dei Messapi (in corso di allestimento presso Palazzo Martini), e, per concludere, il Complesso Archeologico del Santuario Messapico di Monte Papalucio (uno dei santuari messapici più importanti di tutta la penisola salentina che a breve potrebbe essere riqualificato).

–         la questione assume carattere di estrema urgenza, in quanto non si può rischiare di andare incontro a perdite di finanziamento a causa  dell’eventuale prolungarsi dei tempi di attesa per una decisione da parte della Soprintendenza;

–         su Piazza Lorch affaccia il Ritiro Maria Immacolata, al cui interno vi è un ampio salone che viene all’occorrenza utilizzato per conferenze ed eventi similari;

Tutto ciò premesso e considerato

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA COMUNALE

Ad adottare ogni atto all’uopo necessario alla tutela e alla salvaguardia delle aree archeologiche presenti sul territorio di Oria, ivi compresa quella rinvenuta in p.zza Lorch di cui alla nota prot. 9583 del 3/09/2015 della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto, al fine di valorizzare e mettere in rete tutti i nostri beni culturali;

CHIEDE

    • Al Responsabile Unico del Procedimento,  Architetto STRIDI, al Direttore dei Lavori, arch. Maria Funiati, al Responsabile dell’UTC di Oria, alla Regione Puglia, alla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Taranto, di adottare, ognuno per la propria competenza, una variante al progetto originario per far si che l’area archeologica in argomento venga opportunamente valorizzata,  messa in sicurezza e venga resa fruibile al pubblico, fermo restando il coinvolgimento preventivo dell’amministrazione comunale nella valutazione del progetto di variante.

  • Che la suddetta variante venga adottata con la massima urgenza e con tutti gli accorgimenti necessari atti a scongiurare la eventualità di ritardi nei lavori che possano determinare la perdita del finanziamento europeo.
  • A tutte le Autorità competenti summenzionate di adottare ogni provvedimento, risoluzione e/o determinazione utile al rispetto del progetto esecutivo dei lavori di rifacimento della Piazza Lorch, siccome approvato.


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