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Dopo i 15 arresti, ancora retroscena: vie di fuga sui tetti e microcamere nelle bucalettere

I soldi, quasi 403mila euro, trovati in un pollaio
I soldi, quasi 403mila euro, trovati in un pollaio

Sono stati più di cento, in cinque mesi appena, i carabinieri che, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi, hanno contribuito alle indagini sfociate ieri nelle 15 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip nei confronti di altrettante persone, accusate a vario titolo di traffico e detenzione di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegali di armi da fuoco, ricettazione e rapina in abitazione. Tra loro anche le unità cinofile di Modugno (Bari) e Tito (Potenza), oltre che gli artificieri. Nel frattempo, emergono nuovi retroscena.

Quando, di buonora, gli uomini dell’Arma sono andati a cercare a Salice Salentino (Lecce) Patrizio Perrone, questi non era apparentemente in casa. Ma nel corso dell’ispezione è stata notata una finestra che affaccia in un pozzo luce e permette di raggiungere il lastrico solare dell’abitazione e un piano soppalcato. Gli infissi erano aperti nonostante la temperatura non proprio calda, tanto che diverse altre persone presenti in quegli stessi locali erano ancora sotto le coperte. Perrone è stato poi trovato rannicchiato dietro un muretto proprio sul terrazzo: evidentemente, si era rifugiato in quel posto sperando di sfuggire alla cattura.

Anche un altro degli indagati, Simone Nucera, ha temporeggiato prima di rispondere al citofono e di consentire l’accesso a casa ai militari, che sono stati costretti a fondare la porta. Nucera e Semira Ruggiero, altra indagata, avevano installato all’esterno delle loro abitazioni telecamere da cui tenevano sotto controllo l’esterno. Microcamere ben celate nella cassetta delle lettere e in finte centraline Enel.

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