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Disguido “giubilare”: «Tu qui foto non puoi farne, ordine del vescovo», poi rientra tutto

ORIA - APERTURA PORTA MISERICORDIA (6)

«Non sei accreditato, quindi metti via quella macchina fotografica e smetti di fare foto». Così si è sentito dire un giovane di Francavilla Fontana ieri durante la cerimonia di apertura del Giubileo tenutasi presso la basilica cattedrale Maria Santissima Assunta in Cielo a Oria, dove il vescovo Vincenzo Pisanello ha schiuso una delle due Porte della Misericordia della Diocesi (l’altra è quella di San Cosimo alla Macchia). Un disguido, un malinteso verificatosi proprio mentre a centinaia i fedeli immortalavano il momento storico e mentre gli stessi sacerdoti meno avanti con l’età facevano altrettanto addirittura da sopra l’altare. A intimare l’alt al fotografo amatoriale, un addetto al servizio d’ordine predisposto, con l’avallo della Curia, dalle parrocchie.

A un certo punto, gli si è avvicinato e gli ha imposto di smetterla con i click: «Ordini del vescovo per ragioni di sicurezza, qui i fotografi autorizzati sono soltanto due», suppergiù, il tenore delle sue parole. Quell’altro, così, mestamente e con la delusione stampata sul volto, ha effettivamente smesso. Ma, nel frattempo, si era accorto di tutto il maresciallo Lillino Roma, della polizia locale di Francavilla Fontana, il quale ha interessato della questione direttamente il comandante della stazione carabinieri di Oria, luogotenente Roberto Borrello, al quale si è poi affiancato il comandante della polizia municipale di Oria, tenente Antonio Morelli. I due si sono diretti in sagrestia e, dopo un colloquio con il presule Pisanello, hanno da quest’ultimo ricevuto rassicurazioni: quel giovane, seduto in prima fila proprio su di uno dei gradini della navata centrale, avrebbe potuto continuare ad armeggiare con la sua reflex.

Cosa, questa, che non ha fatto, comprensibilmente amareggiato. Intanto, però, la chiesa era tutto un pullulare di flash e smartphone… Nel Giubileo, in un Giubileo così, in molti casi ci s’imbatte una volta sola nel corso di un’intera vita e, per chi ci crede, conservarne traccia in una foto-ricordo è il minimo che si possa fare. Anche e forse soprattutto ai tempi dell’Isis occorrerebbero, probabilmente, maggiori dosi di buonsenso. Quello stesso buonsenso che hanno dimostrato in quest’occasione gli uomini in divisa, quella vera.

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