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“L’amministrazione comunale obbliga una società sportiva a ‘donare’ un defibrillatore”

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Euprepio Curto, consigliere comunale Progetto per l'Italia
Euprepio Curto, consigliere comunale Progetto per l’Italia

“I francavillesi si mettano l’anima in pace, ma ormai dall’Amministrazione Bruno c’è da aspettarsi di tutto quando si parla di Convenzioni o Concessioni. Motivo per cui può accadere, come avvenuto nei giorni scorsi, che un bando di gara, sotto l’aspetto formale, bandisca una gara per i servizi di supporto all’Ufficio Tributi, mentre sotto l’aspetto sostanziale esternalizza il servizio stesso. Oppure, come avvenuto in sede di Commissione, si voglia licenziare uno schema di Convenzione relativo alla sola gestione di un chiosco all’interno della Villa comunale, mentre, scorrendo per intero lo schema di Convenzione medesimo, ci si rende conto che si sta concedendo non il solo chiosco ma l’intera Villa comunale. Della serie: se non è un gioco delle tre carte, poco ci manca!”.

A fare tale premessa è l’ex senatore Euprepio Curto, consigliere comunale di Progetto per l’Italia a Palazzo Imperiali, dopo aver preso cognizione di una Convenzione sottoscritta tra il Comune e una Società sportiva di Pallacanestro.

“Ma l’ultima trovata – prosegue Curto – è, a dir poco, esilarante! L’A.S.D. ALL STAR BASKET, Associazione sportiva senza fini di lucro, che ha tra le sue meritorie finalità quella di avvicinare i giovanissimi al basket, e che notoriamente si regge sulla generosità dei propri dirigenti, chiede all’A.C. di poter utilizzare i locali della palestra del plesso San Francesco del III Istituto comprensivo. L’A.C. dice sì, e stipula con l’Associazione una rigorosa Convenzione che prevede a carico della Società sportiva precisi e non derogabili adempimenti, con consequenziali oneri. Ma fin qui nulla quaestio”.

“Il fatto esilarante e comico – spiega l’ex senatore-, che però appare come la cartina di tornasole del livello di questa A.C., emerge dalla lettura dell’art. 14 della Convenzione.
All’interno di tale articolo – semplicemente illogico, irrazionale ed iniquo – si obbliga la società di pallacanestro non solo a rispettare le disposizioni dell’art. 13, e cioè a dotarsi di un defibrillatore ma, addirittura “nella ipotesi di presenza di più Associazioni nello stesso plesso….. a donare il defibrillatore”.”.

“Ebbene – incalza Curto – che l’Associazione debba dotarsi di un defibrillatore non costituisce motivo di recriminazione alcuna. Ma che lo debba mettere a disposizione di altre Associazioni (che, di conseguenza, non si sa per quali motivi sarebbero esonerate dall’acquistarlo) e, addirittura, “donarlo” alla Scuola, pare del tutto ingiusto, immotivato e palesemente vessatorio. Se poi si riflette che una donazione perché sia tale deve essere sempre spontanea e mai obbligata, si comprende come questa A.C., dopo aver rasentato il senso del ridicolo, ormai ha raggiunto quello del comico”.

Poi, concludendo: “Ho presentato una interrogazione su una vicenda che ha del surreale: una A.C. che istituzionalmente dovrebbe essere vicina alle Associazioni sportive, e soprattutto a quelle senza fini di lucro, impone a queste non solamente oneri dovuti, ma anche quelli non dovuti. E con una faccia tosta degna di miglior causa fa passare quello che di fatto è un obbligo per una spontanea donazione! E’ proprio il caso di dire che questi signori o lo sono o lo fanno”.

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