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Il durissimo congedo dell’ex assessore Voccoli: «Lascio Rifondazione, non condivido»

voccoli castello imperiali

Si pubblica qui di seguito un “durissimo” documento. Si tratta della lettera con la quale l’ex assessore Stefano Voccoli, fresco di dimissioni, si congeda anche da Rifondazione comunista, il suo storico partito, nelle cui fila alle scorse amministrative 2014 era risultato il primo degli eletti. Successivamente per lui era arrivata la nomina in giunta, dov’è rimasto fino alla fine salvo poi uscirsene assecondando – non certo di buon grado – la linea del consigliere Emanuele Modugno e del segretario Mario Paiano:

Ai Compagni

Con sofferenza e grande tristezza ho maturato la convinzione, dopo aver rassegnato con coerenza e senza attaccamento alla poltrona le dimissioni dalla carica assessorile, della necessità di dimettermi da qualsiasi carica io rivesta all’interno del circolo del PRC di Francavilla Fontana, preannunciandovi anche che, dopo più di 20 anni di continua ed ininterrotta militanza e di iscrizione al partito, il prossimo anno non mi tessererò al PRC di Francavilla Fontana.

Coerentemente con quanto sostenuto dal sottoscritto all’interno del dibattito che si è sviluppato nel circolo del PRC di Francavilla Fontana, non posso che esprimere e ribadire il mio personale dissenso dall’errore metodologico, nel quale sono incappati il segretario ed il consigliere comunale in primis, di anticipare irresponsabilmente l’uscita dalla coalizione di maggioranza di centrosinistra senza aver ricercato prioritariamente una soluzione programmatica unitaria e condivisa con SEL che avrebbe rafforzato e non indebolito la sinistra locale.
Non sono comprensibili le ragioni di tale accelerazione.

Solo 18 mesi addietro, il PRC di Francavilla Fontana aveva condiviso con SEL e con il PD che, a livello nazionale, era già il partito del Jobs act, del nuovo articolo 18, della Legge Fornero e che aveva già concepito la riforma della buona scuola, un accordo programmatico locale-territoriale ed una scelta di campo strategica che voleva confinare politicamente Curto e Vitali.

L’accordo programmatico territoriale era stato trasfuso in un documento redatto, condiviso ed elaborato da tutti i soggetti della coalizione di centrosinistra, consapevoli oggi della necessarietà di dover e poter essere più incisivi.
Tuttavia, la richiesta del PRC di tutela dei diritti dei lavoratori CERIN e la salvaguardia del loro posto di lavoro si collocava con evidenza in un contesto non programmatico e dovrà indiscutibilmente e coerentemente caratterizzare in via prioritaria l’azione politica del PRC nei prossimi mesi.

Ma porre quale condizione per rimanere in maggioranza il ritiro di un bando pubblico, ritenuto necessario da tutti per potenziare la lotta alla evasione ed alla elusione fiscale e che non violava alcun punto del programma, non mi sembra neppure strategicamente e correttamente orientato alla effettiva salvaguardia e tutela dei lavoratori della CERIN.
Anzi, apparentemente, strumentalizza la lotta e la battaglia.

E’ vero, noi siamo il PRC , non siamo il PD.
Ma voglio ricordare a me stesso ed ai rivoluzionari puri e duri della situazione che tale diversità nella visione politica dell’ordine delle cose e delle tutele nel mondo del lavoro apparteneva al patrimonio genetico del Partito della R.C. anche 18 mesi fa.

Quindi o si era falsi ed incoerenti nella primavera del 2014 o opportunisti ed incoerenti oggi.

Non condivido e non tollero che si abusi della mia intelligenza politica e di quella di tutti i compagni che hanno creduto, come me, in un progetto politico di cambiamento, adducendo quale ragione per aprire una crisi amministrativa la mozione dell’open source, sulla quale si omette di rappresentarne ancora la fragilità, la scarsa applicabilità negli enti locali e nelle P.A., un rapporto qualità-prezzo ancora da verificare, la necessità di tempo e formazione del personale, o la mozione sui circhi!

Il dibattito politico avvenuto all’interno del circolo di R.C. è apparso appiattito sulle posizioni intransigenti del segretario e del consigliere comunale, scarno e privo di alcuna strategia politica a breve e medio termine.

Un segretario che dovrebbe riflettere sul suo ruolo e sulla sua storia e che dovrebbe fare una profonda autocritica, poiché in primis non si è dimostrato capace di gestire questa fase, consegnando la città nelle mani di chi intendeva avversare, senza indicare alcuna strategia conseguenziale.
In seconda battuta, un invito a non esporre tanto la propria faccia a telecamere aperte per due ragioni.

La prima è che non ricordo la sua faccia nelle elezioni del 2009, in quelle precedenti mi appello alla memoria di qualche compagno anziano, e soprattutto nelle ultime del 2014; la mia è stata spesa nelle ultime tre elezioni e nelle primarie, anche quando non c’era alcuna possibilità di vittoria, e senza di essa il P.R.C. ieri come oggi non avrebbe avuto un posto al sole, occupato da Emanuele Modugno.

Mi aspetto di vedere la tua, segretario, per i prossimi venti anni, potrò sbagliare, ma sarà molto difficile ed il tempo sancirà questa verità.

La seconda è che le interviste lasciano una traccia al pari della telefonata con la quale la mattina del 29 dicembre, tu segretario appena eletto da sei mesi, volevi dettare al sottoscritto, iscritto da circa 20 anni a R.C., i tempi delle mie dimissioni.

Capisco che a te sia apparso tutto un gioco, ma se avessi capito o sapessi che la politica per un comunista è soprattutto passione, impegno, sacrificio personale, sofferenza , pianto, allora saresti stato più accorto.
Mi rendo conto che è difficile capire ciò quando manca tale coscienza e consapevolezza.

Infine, un pensiero a Emanuele Modugno, artefice della scelta di uscire dalla maggioranza.
Rompere non è sempre indice di coerenza, non è rivoluzionario.
E’ in ogni caso una sconfitta.

Soprattutto se interviene a seguito di un ordine del giorno sul ritiro del bando successivo a quello presentato da Curto, pertanto intempestivo.

E la tua giustificazione sul ritardo e sulla mancata presentazione immediata da parte del partito di R.C. è stata devastante, anzi di più, è stato detto che se non lo avesse presentato Curto, per ragioni di lealtà e responsabilità, non lo avresti presentato e che era doveroso farlo perché non potevamo essere sorpassati da Curto su questioni occupazionali e votare sic et simpliciter contro il suo ordine del giorno.

Caro Emanuele, eravamo già stati superati a tromba da Curto.
Il resto, come diresti tu, sono puttanate.
Avremmo potuto spenderci – questa sì sarebbe stata una gran bella battaglia – perché successivamente all’aggiudicazione del bando, di concerto con la CGIL, ingiustamente snobbata, l’assessore del PRC, unitamente al partito, avrebbe preteso la salvaguardia e la tutela di tutti i lavoratori CERIN in sede di concertazione.

Ora, invece, paradossalmente, questo avverrà con altra amministrazione ma non per nostro merito, ma per merito del N.C.D.!

Non regge ed è incoerente, contraddittoria, ingeneratrice di dubbi, la tua dichiarazione di voler continuare a votare a favore degli argomenti oggetto del programma elettorale.
O sei carne o sei pesce.
Subito!

Altrimenti se dovesse essere davvero questa la tua posizione e, quindi, continuare a votare positivamente quanto condiviso nel programma elettorale, potevi rimanere in maggioranza.
C’è qualcosa che ai più sfugge e nessuna ragione può e poteva giustificare, alla luce delle tue dichiarazioni e di quelle profuse in un comunicato redatto e non condiviso da alcun compagno, a maggior ragione, l’accelerazione della crisi.
O rimani in maggioranza o si fa opposizione dura e spietata.

Non parliamo di opposizione costruttiva, è lo slogan di Galiano.

In ogni caso, ti auguro un fine mandato ricco di soddisfazioni e di risultati.

Infine ed è quanto mi preme più di ogni altra cosa, un saluto affettuoso a tutti quei compagni che hanno da subito manifestato al sottoscritto vicinanza e rivolto attestazioni di stima.

Stefano VOCCOLI

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