Si è spento nella notte, a soli 56 anni, lo storico fotoreporter della Gazzetta del Mezzogiorno Mario Gioia. A portarlo via all’affetto dei suoi cari e dei colleghi – tutti conservano il suo ricordo di professionista leale – un male incurabile scoperto troppo tardi, che in poche settimane non gli ha lasciato scampo. La Gazzetta era quasi la sua seconda casa e mai e poi mai negli anni ha pensato di andarsene da quella testata con la quale egli stesso era ormai identificato, dopo averci trascorso la bellezza di 34 primavere.
Mai uno sgarbo, sempre disponibile per i colleghi colleghi ma non solo per loro. Se gli chiedevi un favore, piccolo o grande che fosse, si spingeva fino al limite delle sue possibilità pur di accontentarti, confermando la sua fama di uomo buono oltre che di giornalista – primo nella provincia a prendere il tesserino grazie alle foto – molto, molto in gamba.

Sempre sul pezzo con i suoi ferri del mestiere, su tutti la sua inseparabile Canon: il suo terzo occhio a disposizione dei lettori. C’è da scommetterci: nel suo ambiente, quello pur difficile del giornalismo, non c’è alcuno che serbi cattivi ricordi o rancori nei suoi confronti, anzi. E questo ha già dell’eccezionale. Addio, Mario.