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Curto: «Nella sua relazione, il responsabile anticorruzione ha dimenticato un caso: eccolo»

Euprepio Curto, consigliere comunale Progetto per l'Italia
Euprepio Curto, consigliere comunale Progetto per l’Italia

Qui di seguito la nota con la quale il consigliere comunale di Francavilla Fontana Euprepio Curto, in quota Progetto per l’Italia, ha di fatto replicato a quella inoltrata a sindaco, giunta e componenti delle assise dal segretario generale del Comune, Antonio Bianchi, nella sua qualità di responsabile della prevenzione e della corruzione:

Egregio dott. Bianchi,

             con nota del 13 gennaio u.s., trasmessa a mezzo Pec, Ella,   nella Sua qualità di Responsabile della Prevenzione e della Corruzione del Comune di Francavilla Fontana, portava a conoscenza del Sindaco, della Giunta e dei consiglieri comunali la relazione annuale prescritta dalla Legge 190/2012.

 Da un esame della medesima emergono alcune criticità degne di particolare attenzione non solo riguardanti la problematica relativa alla richiamata “incertezza delle norme” (che, evidentemente, non possono essere riferite a responsabilità dell’Ente) ma relative a due aspetti, essi sì! dipendenti dagli obiettivi fissati dall’Amministrazione comunale: le limitate risorse finanziarie assegnate al fine di un adeguato esercizio delle delicate funzioni, nonché le limitate risorse umane impegnate a tale fine istituzionale.

Tanto gravi appaiono tali rilievi che Ella stessa ha ammesso che “il ruolo di RPC è stato esercitato per quanto possibile con determinazione e modo costante.

Una espressione, “per quanto possibile” , indicativa della insufficienza complessiva dell’Ente Locale nel perseguire gli obiettivi indicati dalla normativa vigente in tema di contrasto alla corruzione, anche tenuto conto del fatto che “il ruolo ricoperto dal Segretario Generale può sollevare problemi di incompatibilità con altri ruoli istituzionali di competenza della medesima figura”. 

Tali criticità, se è vero che assolvono, o comunque giustificano, in toto o in parte, l’attività del PRC, non esimono l’A.C. dalle responsabilità politiche derivante dalla mancata attuazione di uno degli adempimenti di maggior rilievo delle misure individuate dal legislatore al fine di contrastare pratiche corruttive, e cioè l’adozione di un idoneo sistema di rotazione del personale. Cosicché il rischio di incrostazioni potenzialmente generatrici di pratiche corruttive nel Comune di Francavilla Fontana appare molto alto.

Tutto ciò premesso, non posso però non evidenziare alcune carenze e alcuni limiti nella Sua relazione,   con particolare riferimento al ricorso pressoché costante di questa Amministrazione a gare col sistema del massimo ribasso. Procedura, questa, costantemente criticata dall’Anac.

Così come non una parola è stata spesa per alcune evidenti anomalie proprie di molte gare: la fissazione dell’importo a livelli appena sottosoglia (es. 39.900,00 euro) al fine di eludere procedure sicuramente più complesse ma anche più trasparenti.

Ma l’aspetto più inquietante che emerge dalla relazione è un altro, che sinteticamente rappresenterò.

Nella Relazione Lei richiama il numero (sei) dei provvedimenti disciplinari adottati di cui alcuni (quattro) con rilevanza penale.

Ebbene, nessun richiamo è stato fatto ad un episodio che dovrebbe essere agli atti del Suo Ufficio, e cioè la relazione di servizio di una pattuglia di vigili urbani del 12 agosto 2015 all’interno della quale possono essere rilevati fatti di assoluta gravità, sia che si accerti la fondatezza di quanto riportato nella relazione di servizio, sia nel caso del suo esatto contrario.

Riporto testualmente il   fatto più eclatante così come dalla richiamata relazione: “… Successivamente i sottoscritti si recavano in omissis presso l’attività commerciale denominata (omissis) dove veniva accertata la presenza dell’occupazione del suolo pubblico sanzionato ai sensi dell’art. 20 del cds con bolletta n. 9660. Un ulteriore controllo veniva effettuato presso l’attività commerciale sita in via omissis presso l’attività denominata (omissis)”, e alla pari delle altre veniva accertata l’occupazione e sanzionata ai sensi dell’art. 20 cds. Nel mentre veniva compilato il P.V. n. 9706, il M.llo (omissis) riceveva sul proprio cellulare di servizio una telefonata da parte del sig. Sindaco, alle ore 21.24, il quale chiedeva delucidazioni su che tipo di controlli stessimo eseguendo e dopo aver appreso delle contravvenzioni riferiva al M.llo (omissis) di fare prevenzione e di non contravvenzionare. Di tanto veniva immediatamente avvisata la S.V. (omissis) dal M.llo  (omissis), e la S.V. dopo avere appreso della telefonata innanzi detta riferiva: “ti chiamo io tra poco”.

Alle ore 21.40, e nel mentre si verificava l’occupazione presso l’attività commerciale sita in via (omissis), denominata (omissis), che non occupava il suolo pubblico, la S.V. telefonicamente ordinava ai sottoscritti di interrompere i controlli delle attività in elenco e di svolgere altre attività”.

Ebbene, non credo che vi sia chi non riesca cogliere la gravità di quanto contenuto nella citata relazione di servizio che, ove confermata, aprirebbe scenari inquietanti sia rispetto alla interpretazione del ruolo e della funzione politica, sia con riguardo al corretto esercizio della funzione di dirigenza di un segmento importantissimo dell’Ente Locale, quale sicuramente è il Corpo della Polizia municipale.

E’ di tutta evidenza, quindi, che, nell’ambito delle alte funzioni di controllo e garanzia esercitate a tutela della trasparenza e della correttezza della P.A., la Sua Relazione dovrà essere integrata, attivando, nel contempo, tutte le iniziative più idonee a fare piena luce sulla vicenda, anche in rapporto alle conseguenza disciplinari e penali che sicuramente ne deriveranno.

Avv. Euprepio Curto

Consigliere comunale Progetto per l’Italia

 

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