Arneo, Ciracì (CoR): «Il Consorzio non può pretendere il tributo per opere mai realizzate»

Si riceve e pubblica:

On. Nicola Ciracì
L’onorevole Nicola Ciracì

Sembra che il Governo regionale pugliese, presieduto da Michele Emiliano, sia sempre di più impegnato nello sferzare i cittadini salentini con tasse e gabelle di ogni specie. Il Salento agricolo, già provato dalla crisi Xylella, in questi giorni si trova ad affrontare un ulteriore problema cioè quello di ricevere le cartelle esattoriali per i pagamenti dei tributi legati alle attività eseguite dai consorzi di bonifica Ugento li Foggi ed Arneo: in verità, non sono soltanto gli agricoltori ad essere colpiti, ma il contributo di bonifica (codice 630) grava su tutti gli immobili (terreni, fabbricati, reti, opifici), ricadenti nel comprensorio di bonifica, tant’è che addirittura anche Confindustria Brindisi si è mossa a tutela dei propri associati così come hanno fatto le Organizzazioni del mondo agricolo.

Già a luglio 2015 i salentini tutti, ricevettero i primi avvisi bonari e il Presidente Emiliano, a tale notizia, assunse il tipico atteggiamento da “Ponzio Pilato”, affermando che tali contributi andavano onorati e che la Regione non poteva imporre una sospensione in quanto la legge dispone che i Consorzi devono essere sostenuti economicamente per le attività svolte nell’ambito del territorio di competenza e che, pertanto, i cittadini ricadenti in tale area, beneficiando dei “servigi” dei consorzi, sono tenuti a pagare.

Il punto però, non è quello di non voler pagare ad ogni costo un tributo, un balzello, ma bisogna comprendere nella fattispecie, se questo tributo deve essere pagato a seguito di quali prestazioni o di reali opere di miglioramento fondiario, ambientale o altro, che i Consorzi hanno apportato nei loro comprensori di pertinenza. Cioè, i Consorzi hanno effettivamente adempiuto i compiti assegnati e previsti per legge?

La realtà è ben altra, purtroppo, ed è sotto gli occhi di tutti: spesso i Consorzi esistono solo sulla carta e nello specifico l’Arneo rappresenta l’emblema di un’opera fantasiosa, da sogno, dove le condotte idriche per la distribuzione dell’acqua sui campi agricoli sono fatiscenti o addirittura inesistenti, le pompe idrovore non funzionanti o “volatizzate” – rubate – i canali pluviali privi di cura ed infestati da erbacce e intasate totalmente da rifiuti di ogni specie e che quindi non sono in grado di assolvere i compiti dovuti, fantomatiche opere di miglioramento idrico (cioè di bonifica), sui terreni mai eseguite o se realizzate solo mediante finanziamenti comunitari (e quindi i cittadini non devono nulla per tali opere). E, allora, in buona sostanza, è giusto pagare per tutto ciò?

Personalmente, credo che ci sarebbe bisogno di fare chiarezza una volta per tutte sulle attività reali e sui compiti assegnati ai Consorzi di Bonifica e verificare attentamente le eventuali positive (???) ricadute delle opere realizzate, perché se queste hanno portato reali benefici alle proprietà dei cittadini, il tributo deve essere pagato, ma se i benefici sono fantomatici, allora la politica territoriale deve assumersi le proprie responsabilità, combattere contro tali angherie “daziali” da medioevo ed istituire nell’immediato una Commissione d’inchiesta regionale ed anche nazionale, perché questa mala gestio rappresenta uno scandalo ed un freno allo sviluppo dei territori in cui ricadono le attività dei Consorzi di bonifica inefficienti ed inefficaci e pertanto, i cittadini non possono essere chiamati a pagare per servizi non goduti.

Per tale motivo, mi adopererò nelle sedi opportune per sensibilizzare ed intraprendere ogni iniziativa utile per risolvere in modo appropriato tale scandaloso problema.

On. Nicola Ciracì – CoR – Conservatori e Riformisti Camera dei Deputati

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