Hanno rischiato e hanno rischiato grosso. Tre studentesse salentine sui 20 anni – Alessia Re di Oria, Federica Nestola e Stefania Ramunno di Copertino – erano a pochi passi dalla fermata del bus a parco Guven, ad Ankara, in Turchia, dove ieri intorno alle 18,30 (ora locale, 17,30 in Italia) è esplosa l’autobomba che ha causato 37 morti e 125 feriti. Le tre studentesse erano lì per un progetto Erasmus e in particolare per occuparsi di offrire aiuto ai bambini siriani rifugiati in territorio turco. Alessia, Federica e Stefania erano a fare shopping ad appena un isolato di distanza, non lontano dall’albergo che le ospitava, quando hanno udito il boato. A quel punto sono subito rientrate in hotel e, comprensibilmente terrorizzate, hanno atteso che rientrassero alla spicciolata anche i loro compagni. Difficile anche capire cosa fosse successo esattamente, poiché in casi del genere il governo turco rallenta i media e oscura i social network. Se la sono vista davvero brutta, ma le ragazze stanno bene e così anche tutti gli altri del loro gruppo. Si sono recate ad Ankara per dare una mano e per poco non ci lasciavano la pelle. Un’esperienza terrificante, ma nel loro caso fortunatamente a lieto fine. Non così, purtroppo, per quei 37 morti e 125 feriti (ma le cifre potrebbero essere più tragiche) innocenti.
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