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Correva il primo giugno 2011 – Lo Strillone compie cinque anni

La primissima riunione, con annessa inaugurazione, nella vecchia redazione di Oria
La primissima riunione, con annessa inaugurazione, nella vecchia redazione di Oria. Qui sotto, lo spot di lancio, realizzato da Alessandro Zizzo e con protagonista l’indimenticato prof. Pucci Schifone
https://youtu.be/7xg05OBe2hE

Un lustro, cinque anni.

Lunghetta e impegnativa, questa scuola materna. Ma l’anagrafe non mente: d’ora in poi allo Strillone tocca frequentare le elementari. Se ci si sente pronti? Certamente no, come tutti quando si è tra i banchi.

Quasi 2mila giorni fa – correva il primo giugno 2011 – cominciava ufficialmente quest’avventura, qualcosa che, numeri alla mano, non sarebbe stata da tutti.

Nasceva Lo Strillone 1.0: cartaceo, quindicinale, gratuito, rompipalle. Un’avventura folle, spregiudicata e inconsapevole, con un editore, un direttore, un grafico, un commerciale, numerosi collaboratori, molta voglia di fare, ma soprattutto pochissimi soldi. Tanta roba, anche troppa.

“Ciao, compa’, ce sta fa’? Ho un progetto in mente, solo che tra un mese mi sposo…”. 

Iniziò tutto così, dalla telefonata – ve ne risparmiamo il resto, decisamente più colorito – tra due colleghi e amici di vecchia data che non si sentivano da un po’.

Due riunioni casalinghe, nel senso di proprio a casa, e la squadra era fatta. Una squadra casereccia, di quelle belle. Un nutrito e assortito gruppo di ragazze e ragazzi entusiasti, preparati, determinati. E, infatti, il primo numero uscì puntuale quel 15 giugno. Bel colpo, già un grande riscontro e tanti complimenti (nonostante qualche errore).
Ne seguirono numerosi altri, di numeri, con annesse polemiche. Il che, in quest’ambito, significa: “Stai facendo bene”.

La prima pagina del primo numero
La prima pagina del primo numero

Intanto, però, le spese erano tante e le esigenze personali – economiche e non solo – pure. I soldi sempre pochi. La passione rimase immutata, ma nel tempo si cominciarono a perdere per strada i primi pezzi. Poi, pian piano, anche gli altri. Chi cercò e trovò di meglio o di più conveniente e “serio” da fare, chi smise perché non c’erano prospettive, ecc. ecc. Come sempre, come ovunque. Ma ci fu anche chi restò e decise d’investire ancora tempo, passione, conoscenze, energie e qualche risparmio in una cosa così astratta. E di godersi, si fa per dire, albe e tramonti in vista della fatidica “chiusura” (il giornale da mandare in stampa tassativamente entro le primissime ore del giorno prestabilito dalla tipografia).

Dal formato tabloid al formato lenzuolone, il passo fu relativamente breve. Ci volle un po’, invece, prima di optare per la rivista patinata. Ancor di più per la scelta, poi divenuta esclusiva, del Web, inizialmente considerato eventuale, al massimo supplementare, neppure complementare. Sin dall’inizio, però, qualcuno aveva intuito le potenzialità di internet e dei social, tanto che la struttura di base del nostro sito risale proprio al 2011. Un’era digitale fa.

Whatsapp non era quello di adesso, gli sms non erano ancora andati in pensione, Facebook serviva ancora per tenersi in contatto con le persone care e gli amici lontani, Twitter era semplicemente una parola strana. Le principali mail erano Libero, Tiscali e Hotmail, adesso quasi in disuso.

La traga esterna della nuova sede, a Francavilla
La targa esterna della nuova sede, a Francavilla, intitolata alla memoria della nostra collega Maura, scomparsa prematuramente il 22 novembre 2014

Lo Strillone 2.0, insomma, ci mise un bel po’ ad arrivare, almeno tre anni, giusto il tempo di una start-up e d’imparare dai propri errori e dagli sprechi.  Quando grandissima parte del capitale umano iniziale era ormai disperso, ma altro ne subentrò. Ranghi ridotti, consapevolezza e impegno quadruplicati. Nel 2014, la sfida alla “carta” era ufficialmente lanciata. Il concetto, sempre quello: informazione locale quanto più precisa, originale e tempestiva possibile. Decidemmo di dare le notizie con almeno un giorno d’anticipo e di scansare come birilli i cosiddetti “buchi” (i principali fatti di cronaca pubblicati prima dagli altri).

“C’è la campagna elettorale, entriamo a Francavilla, seguiamola bene, seguiamola forte”. Così fu. Fummo strani, originali, protagonisti, due anni fa. Così ci dissero. Con gli exit poll indovinammo il risultato del primo turno. Fummo bravi, la gente ci seguì e prese a fidarsi di noi, perché capì la nostra buona fede e il nostro rispetto di fondo per tutti.

“Dobbiamo diventare il giornale di riferimento, popolare, online, gratuito di Francavilla, di Oria e di tutta questa zona, senza trascurare le altre: i social, i social sono importanti…”.

Così è stato, così è, grazie soprattutto a chi ci ha dato ascolto, a chi ci segue e a chi abbiamo preferito non ci seguisse (decine e decine i critici e demolitori seriali eliminati e bloccati su fb).

Il tutto, grazie a un territorio che ha tanta voglia di dire, di fare e di sapere. Tanto da raccontare, per fortuna nel bene e purtroppo anche nel male.

Alcuni "vecchi" numeri
Alcuni “vecchi” numeri

Grazie agli sponsor che ci hanno supportato, sopportato e che continuano a sopportarci e a darci una mano per andare avanti liberi e fieri.
Una mano, la loro, che dal canto nostro ricambiamo con numeri che non ci saremmo mai aspettati e con risultati di cui – a differenza di altri – facciamo tesoro ma nessun mistero. Sono un orgoglio, perché nasconderli? Mica da queste parti si vende fumo…

Se, insomma, Lo Strillone è oggi quel poco che è, lo deve a tantissime persone: a milioni (sì, milioni, e un po’ questo ci fa impressione, dà vertigini) di lettori e a decine d’inserzionisti.

Un’avventura folle, spregiudicata, inconsapevole, si diceva.

Chi se l’aspettava che, in così poco tempo, Lo Strillone si sarebbe a suo modo trasformato in piccolo Bignami della società e, dunque, in un piccolo microcosmo, in un riassunto della stessa vita?

Chi si sarebbe immaginato, cinque anni fa, quelle gioie e quelle soddisfazioni, ma soprattutto quei dolori e quelle frustrazioni di fronte alle quali ci si è poi ritrovati?

Chi aveva messo e avrebbe potuto mettere in conto tutti gli addii e gli arrivederci, i fallimenti e le reazioni? Nessuno, forse.

Ma se, oggi come oggi, Lo Strillone non ha chiuso i battenti dopo “al massimo sei mesi”, come pure qualcuno ci aveva augurato o in cuor suo si augurava in quella torrida estate 2011, lo dobbiamo soprattutto a voi che ostinatamente ci seguite.

E, consentitecelo, anche poco poco a noi: a chi ci fu, a chi c’era, a chi purtroppo non c’è più, a chi c’è e a chi c’è sempre stato. A tutti, ma davvero tutti, grazie di cuore per queste prime cinque candeline.

Si cresce, ma ora, finita la materna – meglio: scuola dell’infanzia – ci toccano le elementari, che nel frattempo hanno a loro volta cambiato nome: primaria. Non sarà facile, però anche questa è la vita. La nostra e la vostra. Quando si comincia? Subito! In fondo, non si è mai smesso. In fondo, si vive anche per raccontarla… 

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