Ha origini oritane il 49enne maresciallo capo dei carabinieri Giuseppe Iannini, arrestato nei giorni scorsi dai suoi stessi colleghi e ora ai domiciliari con l’accusa di aver passato informazioni riservate all’ex sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino (Pdl), che nel 2013 (decaduto dalla Camera) era stato a sua volta arrestato per concorso esterno in associazione mafiosa (camorra) reimpiego di capitali illeciti e corruzione e al quale si contesta oggi anche il reato di ricettazione. Iannini avrebbe consegnato a Cosentino notizie riservatissime e infatti coperte da segreto sulle indagini a carico del deputato di Forza Italia ed ex presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro circa i suoi presunti rapporti con il clan Puca di Sant’Antimo. In particolare, il sottufficiale avrebbe consegnato all’ex parlamentare ed esponente del governo Berlusconi una pen drive da 2 giga con all’interno alcuni file Word che il primo aveva recuperato proprio grazie al suo far parte dell’Arma (all’epoca in forza al gruppo di Castello di Cisterna). Iannini era già stato arrestato una prima volta nel 2007 più o meno per gli stessi motivi: secondo la Procura, all’epoca avrebbe rivelato segreti d’ufficio all’ex consigliere regionale campano Angelo Brancaccio, mettendolo al corrente di indagini a suo carico. Sospeso dal servizio, vi tornò poiché l’ordinanza di custodia cautelare fu annullata dal Riesame. Nel 2010 iniziò il processo a suo carico, da cui è uscito pulito – assolto con formula piena – lo scorso anno. Nel frattempo, in collaborazione con un giornalista, ha anche scritto un paio di libri sulla o, meglio, contro la camorra. Pubblicazioni che, a quanto pare, hanno anche riscosso un discreto successo.