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Al pronto soccorso: «Oggi è domenica, tornate domani»

118 Pronto soccorso Camberlingo

Hanno dell’incredibile, ma non suonano purtroppo nuovi, i racconti di due presunte esperienze negative, fresche di ieri (domenica 30 ottobre), al pronto soccorso dell’ospedale “Dario Camberlingo” di Francavilla Fontana. Si tratta di racconti con protagonisti due distinti pazienti che, a loro dire, sarebbero stati respinti o, meglio, rimandati “a domani” perché, in sostanza, ieri era domenica e, si sa, alla domenica tutto può diventare più difficile.

Nel primo caso, un uomo si è presentato in sala d’aspetto con una ferita al ginocchio. In particolare, con il sospetto di un corpo estraneo conficcatosi nel ginocchio mentre effettuava alcuni lavoretti di saldatura. Senza che fosse stato neppure visitato da un medico – stando al racconto – un dipendente ospedaliero, giunto in corridoio direttamente dagli ambulatori del pronto soccorso, gli avrebbe consigliato di tornare all’indomani perché nei giorni festivi sarebbe stato impossibile effettuare gli esami diagnostici.

Il secondo caso avrebbe sempre riguardato un problema a uno degli arti inferiore, un problema che ha comunque costretto il paziente a cercare di essere curato. In quest’altra situazione – sempre stando a quanto appreso – nel primo di ieri è stato consigliato di tornare all’indomani poiché, in genere, alla domenica pomeriggio sarebbe particolarmente complicato mettersi in contatto col personale reperibile, in ogni caso ferma restando l’impossibilità di eseguire accertamenti strumentali.

Se queste due storie fossero vere – la forma dubitativa è comunque d’obbligo – la morale sarebbe: occhio a farvi male nei giorni festivi, ché potreste dover aspettare il primo giorno feriale utile prima di essere visitati e magari medicati. Salvo, ovviamente, urgenze.

Un’altra cosa di cui si lamentano spesso gli utenti è l’assenza nel reparto di primo soccorso del “Camberlingo” del cosiddetto servizio “triage” – per classificare i codici rossi, gialli, verdi e bianchi – e, di conseguenza, anche la mancanza di privacy: molto spesso, infatti, le prime anamnesi avvengono pubblicamente, in presenza cioè di tutti gli altri pazienti e dei loro accompagnatori.

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