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Il bee-bot del secondo comprensivo al convegno nazionale “Incontri con la matematica”

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L'insegnante Maria Elena Cazzetta a Castel San Pietro
L’insegnante Maria Elena Cazzetta a Castel San Pietro

Dopo un’attenta selezione da parte del gruppo degli organizzatori, è stata ammessa al XXX Convegno nazionale “Incontri con la matematica” che si è svolto, dal 4 al 6 novembre, a Castel San Pietro Terme (BO), un’attività progettuale condotta lo scorso anno scolastico con gli alunni della propria classe di scuola primaria (oggi 3^ C), dall’ins. Maria Elena Cazzetta, docente del Secondo Istituto Comprensivo di Francavilla Fontana.

Nel corso di un seminario, alla presenza di oltre 800 docenti di matematica provenienti da tutta l’Italia, l’insegnante Maria Elena Cazzetta, membro del Gruppo di ricerca e sperimentazione in didattica e divulgazione della matematica – RSDDM c/o Dipartimento di Matematica – Università di Bologna e autrice di rubriche di didattica della matematica per la casa editrice Giunti Scuola, ha presentato l’esperienza dal titolo “Passo dopo passo, impariamo a programmare” riguardante attività di approccio al coding, ciò che in italiano si designa con il termine programmazione.

Tra gli obiettivi perseguiti, un ruolo prioritario è stato riservato allo sviluppo del pensiero computazionale che, in generale, può essere definito come la capacità di immaginare e descrivere un procedimento costruttivo che porti alla soluzione di un problema. Il pensiero computazionale è per tutti, non è solo per informatici e programmatori, infatti si tratta di una capacità trasversale che va sviluppata il prima possibile e produce “benefici” che si estendono a molteplici aspetti dell’apprendimento. Per svolgere le attività è stato utilizzato Bee-Bot, un piccolo robot da pavimento a forma di ape, in grado di eseguire una serie di azioni programmabili, quali camminare in avanti e indietro, compiere delle rotazioni a destra e a sinistra, fare delle pause, memorizzare una sequenza di comandi che ha consentito ai bambini di capire cosa vuol dire «programmare», di migliorare le competenze logico matematiche, ma anche di migliorare l’orientamento spaziale e di avviarsi allo studio della geometria. La scelta è ricaduta su Bee-Bot perché ritenuto uno strumento utile a supportare la didattica, renderla più accattivante e stimolare maggiormente i bambini, specialmente quelli con maggiori difficoltà o con una scarsa motivazione.

La presentazione dell’attività ha riscosso un notevole successo, infatti numerosi docenti hanno preso contatti con la docente Cazzetta, manifestando l’intenzione di voler prendere spunto da essa per lavorare con i propri alunni. Invece, la ditta che si occupa della distribuzione del Bee-Bot ha spontaneamente deciso di premiare la qualità del lavoro presentato, omaggiando la docente Cazzetta con un Blue-Bot, la nuova e più avanzata versione dell’apina, con un occhio di riguardo in più al digitale.

L’esperienza vissuta dagli alunni rappresenta la dimostrazione che progettare e programmare con un piccolo robot può consentire agli alunni di confrontarsi con concetti astratti di matematica, fisica, informatica, tecnologia imparando con naturalezza a gestirli, a raccontarli, a documentarli. In definitiva nella scuola possono essere introdotti concetti anche molto “difficili” rispetto all’età anagrafica dei bambini purché vengano veicolati attraverso ambienti di apprendimento, diversi da quelli tradizionali, arricchiti da elementi che sollecitino lo sviluppo di processi, più che l’acquisizione di concetti.

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