Sono cominciati questa mattina presso Fer.Metal.Sud gli accertamenti tecnici disposti dal Pm Milto Stefano De Nozza dopo la morte – lo scorso 16 gennaio – dell’operaio 24enne Francesco Leo, rimasto schiacciato sotto una pressa. Oltre al magistrato, ai carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana e ai consulenti d’ufficio e delle parti, erano presenti i legali dell’imprenditore Giuseppe Cavallo – amministratore della Srl e, al momento, unico indagato – e della famiglia Leo. L’avvocato Luigi Vitali, che difende Cavallo, è stato sostituito dal collega Luca Mangia, mentre era regolarmente sul posto l’avvocato Pasquale Fistetti, che assiste i genitori e i fratelli di Francesco.
Stamattina è stato messo in funzione il macchinario, sottoposto a sequestro, per verificarne il corretto funzionamento e sarebbe emerso un “difetto” dei sensori di sicurezza collegati a due dei cinque sportelli d’ispezione. L’operaio, quel giorno, si trovava proprio in prossimità di uno di essi per rimuovere un inceppamento della carta quando è accaduto l’irreparabile.
I sensori dovrebbero, in sostanza, garantire lo spegnimento automatico della pressa nel momento in cui, per qualsiasi motivo, siano aperti gli sportelli d’ispezione. Cosa, questa, che non è accaduta il 16 gennaio e che non sarebbe accaduta neppure durante le prove – durate circa due ore – effettuate oggi.
Un esame più approfondito è stato comunque rinviato a data da destinarsi – ma comunque a stretto giro – in quanto la prossima volta sarà richiesta la presenza di un incaricato dell’impresa che si occupa della manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti: “Copram Srl” di Matera, il cui intervento più recente a Fer.Metal.Sud datato luglio 2016.
In quell’occasione sarà chiesto all’incaricato o agli incaricati Copram di sostituire i sensori mal funzionanti con altri nuovi di zecca per capire se con questi ultimi tutto giri come dovrebbe e avrebbe dovuto. L’inchiesta, insomma, procede. L’ipotesi di reato è omicidio colposo.